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Arriva il Papa a Scampia, si fermano le piazze dello spaccio di droga

Vedette e venditori nelle ore immediatamente successive all’arrivo del Pontefice a Scampia non si fanno vedere: troppi controlli, non rischiano un arresto fin troppo facile. E dopo? Tornerà tutto come prima.
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Chi ci vive, sa come funziona. Quando la morsa dei controlli stringe, quando le volanti della polizia e le gazzelle dei carabinieri (stavolta addirittura anche le pattuglie dei vigili urbani) vanno e vengono, sorvegliano, perlustrano; quando gli elicotteri girano, scrutano, quando perfino gli agenti appiedati puntano, annotano, fermano, identificano, una sola cosa resta da fare: sparire. Nel giro di queste ore e fino a quando Papa Francesco non ripartirà da Scampia, periferia Nord di Napoli, ovvero fino alle 10-11 di domani mattina, vedette, piazze di spaccio e venditori "al dettaglio" sono silenziosamente arretrati dai loro posti, lasciando vuoto (più o meno, dicono i poliziotti che conoscono bene la zona, qualcuno che ‘rischia' c'è sempre) il più grande supermarket all'aperto dello spaccio d'Italia.

Lo dicono i ‘tossici' che sui bus in partenza dalla Stazione centrale di piazza Garibaldi vanno alla volta della periferia Nord di Napoli; lo dice chi abita e ha la sfortuna di dover assistere quotidianamente al fiorente mercato del narcotraffico. Lo dice chi in quella zona opera nell'ambito delle forze dell'ordine ma anche di altre strutture pubbliche: in questi casi i clan, ormai ridotti all'osso dalle faide e decimati dagli arresti, ma pur sempre egemoni e presenti, ritirano gli uomini "scoperti" per non rischiare arresti fin troppo facili, vista la massa di forze dell'ordine presenti. Tanto sono solo poche ore. Poi, una volta che Papa Francesco sarà tornato in Vaticano, tornerà tutto come prima. Drammaticamente uguale.

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