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Assalto al portavalori sulla Avellino-Salerno, la testimonianza di un automobilista

L’assalto al furgone portavalori avvenuto questa mattina sul raccordo autostradale Avellino-Salerno ha portato a momenti di vero panico per molti automobilisti presenti. Uno di loro, intervistato da Ottochannel TV ha raccontato la dinamica dei fatti: “Ci hanno puntato un mitra addosso e preso le chiavi della macchina”. Quindi, il conflitto a fuoco con i carabinieri e poi la fuga.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I Vigili del Fuoco impegnati a spegnere le fiamme di una delle vetture incendiate dai malviventi.
I Vigili del Fuoco impegnati a spegnere le fiamme di una delle vetture incendiate dai malviventi.

AVELLINO – Un vero e proprio inferno quello vissuto dagli automobilisti bloccati sul raccordo Avellino-Salerno, durante l'assalto al portavalori avvenuto stamane, martedì 4 dicembre. Una rapina che però non è stata portata a termine dai malviventi, che avevano calcolato quasi tutto: ma non il passaggio casuale, seppur risolutivo, di una pattuglia delle forze dell'ordine che stavano scortando un detenuto e che ha portato ad un conflitto a fuoco tra carabinieri e banditi ed alla conseguente fuga di quest'ultimi, prima che potessero mettere le mani su un bottino da circa otto milioni di euro tra contanti e valori che il furgone stava portando alla Banca d'Italia.

Uno degli automobilisti presenti al momento dell'assalto ha raccontato ai microfoni di Ottochannel TV alcuni momenti della fase concitata dell'arrivo dei malviventi: "Ero quasi fermo, ci hanno speronato", ha raccontato un signore ai microfoni di Paola Iandolo, collega di Ottochannel TV, "uno di loro è sceso, ci ha preso le chiavi della macchina, puntandoci un mitra. Un altro ha invece dato fuoco alle loro macchine, scappando con una terza auto, che poi hanno bruciato più avanti. Per fortuna dietro di noi c'era un furgone che trasportava un detenuto, e a quel punto sono iniziati gli spari". Una testimonianza che dunque chiarisce l'intervento provvidenziale, quanto fortuito, delle forze dell'ordine presenti in quel momento sul posto. Da lì, infatti, i rapinatori hanno dovuto prima ingaggiare un conflitto a fuoco, quindi ripiegare con solo una minima parte del bottino, ancora da quantificare, e quindi rubare un'automobile ad una ignara passante per poi darsi alla fuga.

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