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Omicidio di Natalino Migliaro: preso uno dei due rumeni che lo massacrarono a morte

L’assassino è un rumeno implicato nel giro della prostituzione nella zona della litoranea dove nell’ottobre 2014 il giovane è stato picchiato a morte mentre la sua fidanzata veniva violentata.
A cura di An. Mar.
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È stato arrestato uno dei due aggressori di Natalino Migliaro, il giovane pestato a morte mentre era in auto con la fidanzata in località Lido Lago a Battipaglia, nel Salernitano, la notte tra il 4 e il 5 ottobre scorso. Si tratta di un rumeno, implicato nel giro di prostituzione gestito dai connazionali sulla litoranea. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'uomo si sarebbe scagliato insieme ad un complice sulla vittima, sorpresa insieme alla fidanzata in auto, scambiando il giovane per un cliente che stava consumando un rapporto con una prostituta nell'area sottoposta al loro controllo. Il 30enne fu quindi massacrato di botte e la sua fidanzata, 26enne di Eboli, stuprata sotto. Migliaro, che quella sera venne trasportato all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno in condizioni già disperate morì il 12 dicembre scorso dopo due mesi di agonia dopo il trasferimento a presidio ospedaliero di Campolongo Hospital di Eboli, dove è morto in seguito ad un arresto cardiaco.

L'assassino incastrato dal Dna

I dettagli dell'operazione che ha condotto all'arresto di uno dei aggressori sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa. Ieri pomeriggio, a Santa Cecilia di Eboli, i carabinieri hanno fermato I.A., 31enne romeno domiciliato a Eboli, già noto alle forze dell'ordine per precedenti per rapina, omicidio e violenza sessuale. Per l'indagine, condotta dai militari del Comando provinciale di Salerno e dal Ros, determinanti sono stati i riscontri forniti dalla Sezione Investigazioni Scientifiche sulla scena dell'omicidio, che hanno consentito di individuare, attraverso i campioni di liquido biologico prelevati sulla scene, l'identità dell'aggressore attraverso il Dna. Altre tracce biologiche sono state trovate nei confronti di due romeni accusati di rapina e ricettazione, sempre a Eboli. I.A si trova ora in carecere mentre gli inquirenti sono alla ricerca del suo complice.

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