Auto rubate e pezzi venduti via WhatsApp, scoperta a Quarto la centrale del falso
Un sistema di ricettazione di pezzi di auto rubate che aveva ramificazioni in tutta Italia è stato scoperto dai Carabinieri di Pozzuoli. Le auto rubate in diverse regioni d'Italia venivano convogliate presso un deposito a Quarto in provincia di Napoli, dove venivano letteralmente fatte a pezzi: motori, scocche, pneumatici, vetri, sedili, tutto veniva smontato e immesso nel mercato illegale. L'organizzazione rivendeva i pezzi di ricambio ricavati dalle auto rubate attraverso la messaggeria WhatsApp: le officine dell'hinterland napoletano, ma anche di altre regioni italiane, "ordinavano" i pezzi di ricambio di cui avevano bisogno all'organizzazione criminale che provvedeva a consegnarle a domicilio con un vecchio furgone modello "Turbo Daily".
Il sistema era ben collaudato, quando i carabinieri di Pozzuoli hanno fatto irruzione nel deposito di via Mercadante alla periferia di Quarto, hanno rinvenuto autovetture rubate in Trentino Alto Adige, a Gaeta e a Napoli. Al momento del blitz nel capannone si trovavano diversi operai intenti a sventrare la auto rubate dai preziosi pezzi di ricambio. Alla vista dei militari gli operai si sono dati alla fuga abbandonando il capannone e scappando nelle campagne circostanti l'edificio. In manette sono finite 5 persone: D.M.G. di 43 anni, L.S. di 36 anni, A.M. di 42 anni e due donne M.A. di 36 anni e G.C. di 49 anni. La Procura di Napoli ha avviato le indagini dopo una segnalazione anonima che spiegava il sistema di vendita illegale dei pezzi di ricambio tramite WhatsApp. Grazie alla "soffiata" i carabinieri sono risaliti al furgone "Turbo Daily" che consegnava a domicilio la merce rubata e quindi alla centrale operativa di Quarto.