Avellino, da un tetto spuntano i proiettili da cecchino della Seconda Guerra Mondiale
Centinaia di munizioni della Seconda Guerra Mondiale sono state ritrovate a Greci, in provincia di Avellino, durante i lavori di ristrutturazione di uno stabile abbandonato. Erano state nascoste in una intercapedine del tetto, chiuse in una cassetta di legno. Forse per tenerle al sicuro e usarle in caso di attacchi, o forse perché, in periodo di grande fame, erano state rubate da qualche mezzo o qualche deposito. Ma sono rimaste lì, probabilmente per 70 anni, forse anche di più. Fino a quando qualcuno non ha pensato di recuperare quel vecchio casolare di proprietà del Comune e, per rimetterlo a nuovo, ha cominciato anche a sistemare il tetto La cassetta era ancora integra, così ben nascosta che per decenni nessuno di quelli che erano entrati nell'edificio avrebbe potuto trovarla. I proiettili sono stati sequestrati e sono in corso accertamenti dei carabinieri della stazione di Greci.
Il munizionamento è calibro 0.303, di fabbricazione inglese, corrispondente all'odierno 7.62 Nato. Le cartucce, alcune centinaia, erano ancora nelle lastrine da cinque colpi, di quelle usate per un caricamento più veloce dell'arma. Sono del tipo che veniva utilizzato per il Lee-Enfield, il fucile che, nelle sue varie versioni, fu l'arma di ordinanza dell'esercito britannico tra le due guerre mondiali, usata dai tiratori scelti e nella media distanza.
Dismesso ufficialmente solo nel 1957, è ancora utilizzato in alcuni Stati che facevano parte del Commonwealth, come nel Bangladesh. È un'arma bolt-action, ovvero con otturatore girevole e scorrevole, di quelli che si vedono nei film sui due conflitti mondiali e che si caricano manualmente: ruotando la leva dell'otturatore e poi tirandola indietro per far espellere il bossolo e poi effettuando la manovra al contrario per incamerare il proiettile.