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Avellino, esplode il bubbone dei centri per migranti: erano un inferno

Sequestrati sette centri di accoglienza per migranti in provincia di Avellino dopo le verifiche dei Nas dei Carabinieri: cibo scadente, strutture fatiscenti, scarse condizioni igienico-sanitarie. Altri tre centri sono stati posti sotto sequestro amministrativo direttamente dalla prefettura. Indagati dirigenti di diverse cooperative.
A cura di Va.Re.
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Protesta di immigrati (foto d'archivio)
Protesta di immigrati (foto d'archivio)

Un nuovo capitolo dello scandalo del business dell'accoglienza dei migranti in Campania. E' in corso il sequestro di sette centri d'accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo in provincia di Avellino (Campania). L'operazione, condotta dai Carabinieri dei Nas, è arrivata dopo la verifica delle scarse condizioni igieniche, della pessima qualità del cibo e dello stato fatiscente delle strutture utilizzate. Altre tre strutture sono state chiuse su ordine della Prefettura di Avellino. I centri al momento ospitano centinaia di migranti. L'inchiesta, coordinata dal Procuratore Rosario Cantelmo, ha preso il via dopo una serie di esposti della Cgil, in cui il sindacato denunciava le condizioni di vita all'interno dei centri dell'Avellinese.

Lo sgombero dei centri è stato differito, in attesa dell'individuazione di soluzioni alternative per gli ospiti. Ad essere indagati nell'inchiesta i dirigenti di alcune cooperative e fornitori di beni e servizi. Da quanto si apprende una delle società sarebbe già stata coinvolta nell'inchiesta su Mafia Capitale. I centri sotto sequestro da questa mattina sono quelli di Monteforte, Mercogliano, Serino e Pietrostornina. Coinvolte le cooperative "In Opera" e "Engel", gestori dei centri chiusi direttamente dalla Prefettura a Monteforte e a Ospedaletto d'Alpinolo.

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