video suggerito
video suggerito

Avellino, bimbi picchiati e rinchiusi al buio: arrestata maestra d’asilo

Un’insegnante di 58 anni di una scuola materna di Avellino è finita agli arresti domiciliari: è accusata di aver usato violenza fisica e verbale sui piccoli, di età tra i 3 e i 5 anni, che erano stati affidati alle sue cure e insegnamenti. Li avrebbe picchiati e rinchiusi in una stanza buia.
A cura di Va.Re.
727 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

È finita agli arresti domiciliai un'insegnante di scuola materna di Avellino. L'avviso di custodia cautelare gli è stato notificato dagli agenti di polizia, al termine di un'inchiesta portata avanti dalla Squadra Mobile della città, e che ha portato alla luce come la maestra, 58 anni, sarebbe responsabile di violenze psicologiche e fisiche contro i sui alunni. La donna, responsabile dei bambini affidati alle sue cure e ai suoi insegnamenti, avrebbe invece avuto un comportamento aggressivo nei loro confronti, fino ad arrivare alla violenza fisica. I bimbi coinvolti sono 10. La misura richiesta dalla Procura della Repubblica – spiega la Polzia in una nota – si è resa necessaria ed urgente considerato il continuo escalation delle vicende che facevano temere per l’incolumità dei minori.

Rinchiusi nella "stanza del telefono" e minacciati

L'inchiesta ha preso le mosse a partire dalle denunce di diversi genitori di una seconda classe, preoccupati per i racconti dei loro bambini tra i 3 e i 5 anni. L'insegnante sarebbe stata solita aggredire verbalmente i bambini, con minacce e insulti, e sarebbe in diversi casi anche passata dalle parole ai fatti con schiaffoni e strattonamenti. "Ogni volta che i piccoli alunni, tenevano un comportamento scomposto – come i normali capricci tipici dei bimbi così piccoli, si legge in una nota della polizia –  la maestra li rinchiudeva in un’aula buia, da lei stessa denominata la “stanza del telefono” dove venivano lasciati da soli, anche per diverso tempo, malgrado piangessero". L'insegnante era solita intimidire i bambini con frasi come  “ti ammazzo, stai zitta, non voglio sentirti parlare, devi chiudere la  bocca senno  ti faccio il culetto rosso”. "In più di una occasione – continua la nota – li percuoteva con violenti schiaffi e tirava loro i capelli. Addirittura inscenava  a volte un gioco consistente nell’agitare la mano chiedendo al bambino: “quanti ne vuoi di questi?”. Il bambino doveva indicare un numero e la maestra gli dava tanti schiaffi per il numero indicato dalla vittima".

727 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views