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Avellino, terremoto corruzione: soldi, piaceri e regali alle amanti a spese dell’Acs

Scoperchiato il sistema di gestione dell’Azienda Città Servizi, partecipata dal Comune di Avellino, basato sull’affidamento di appalti a cooperative e associazioni create ad hoc per distrarre fondi pubblici. Arresti per 6 persone, per altri divieto di dimora in città. Le intercettazioni scoperchiano un imbarazzante sistema di cortesie e regali a spese dell’ente pubblico.
A cura di Angela Marino
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ACS-avellino

Corruzione ad Avellino. Un'indagine condotta dagli uomini della Squadra mobile della Polizia ha scoperchiato il sistema di gestione dell'ACS, Azienda Città Servizi srl, società partecipata dal Comune di Avellino, basato sull'affidamento di appalti a cooperative e associazioni create ad hoc per distrarre fondi pubblici. La Polizia di Stato di Avellino ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali a carico di 7 persone. Le accuse sono quelli di peculato, corruzione, abuso d’ufficio. Numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno permesso di accertare legami tra i funzionari pubblici ed amministratori delle cooperative.  Arrestato l'amministratore unico di Acs, Amedeo Gabrieli, divieti di dimora nei confronti di 6 indagati. In particolare l'Acs avrebbe affidato servizi di pubblica utilità senza alcuna procedura d’appalto a cooperative o associazione gestite da pregiudicati ed esponenti di gruppi criminali in cambio di sostegno elettorale. Le indagini hanno accertato anche come beni di proprietà della partecipata venissero utilizzato a scopo personale. In un caso – testimoniano le intercettazioni – un'auto aziendale fu stata usata per fini privati e affidata all'amante. Mentre in un'altra circostanza un costoso televisore di ultima generazione venne acquistato con carta di credito aziendale e installato a casa di un indagato. Anche viaggi e vacanze venivano addebitati all'azienda. Tra gli indagati figura Mauro Aquino, presidente della "Casa sulla Roccia", associazione per il recupero dei tossicodipendenti, che di recente ha inaugurato anche una Casa rifugio per le donne vittime di violenza.

Secondo la Procura di Avellino guidata da Rosario Cantelmo, le cooperative erano state fittiziamente create e funzionavano da contenitori in cui "sistemare parenti, amici e amanti". Le cooperative, convenzionate con Acs, erano guidate da pregiudicati e personaggi di "spicco criminale". Gli indagati peraltro erano al corrente dell'inchiesta a loro carico avendo ricevuto nel 2015 avvisi di garanzia per peculato, corruzione e abuso d'ufficio, ma non avevano modificato in niente le loro condotte. Anzi, come emerge dalle intercettazioni telefoniche, si ponevano in atteggiamento di sfida nei confronti degli investigatori, definiti "quattro pidocchi che ci trattano come se fossimo quelli di Mafia Capitale".

Tangenti a Avellino: le intercettazioni

Durante le investigazioni, durate circa un anno, sono state effettuate anche diverse perquisizioni personali e domiciliari. In alcune intercettazioni telefoniche successive ai blitz i soggetti coinvolti hanno mostrato disprezzo e stupore per gli accertamenti, minimizzando la loro condotta:

Siamo alla follia pura, so quattro centesimi – si legge – dici t’ avissi pigliato na “sfaccimma” e tangente… le politiche tariffarie le fai il Comune, i “sordi“ li piglia il Comune, che me ne fotte a me e sti quattro "pirucchi" ma tu ti rendi conto a che siamo arrivati, questi pare a me, ieri Roma capitale otto poliziotti per prendere quattro documenti, otto poliziotti. 

All'amante di uno degli indagati era stata messa a disposizione, per uso privato, un'auto aziendale. Intercettata al telefono, la donna, che a sua volta prestava l' auto ad altri suoi familiari, si lamenta delle prestazioni: "Non cammina sulle salite".

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