Avellino, vendevano droga ai minorenni nelle scuole, presa banda di giovani spacciatori

Portavano la droga fin dentro le scuole, senza preoccuparsi di essere scoperti. Al telefono usavano un linguaggio in codice, parlando di pizza e cioccolata per riferirsi all'hashish. E potevano contare su contatti con la criminalità organizzata, in modo da avere rifornimenti ingenti e costanti. Malgrado la giovane età, erano ben organizzati i quattro ragazzi che sono stati arrestati dai carabinieri di Avellino in conclusione di indagini su una rete di spaccio che per clienti aveva parecchi studenti, tra cui molti minorenni. Sono stati traditi dalla contabilità: in casa di un ragazzo i militari avevano trovato appunti con nomi, posti e dosi da vendere. I quattro, tre dei quali incensurati, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in esecuzione di una ordinanza di applicazione di misura coercitiva del gip del tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica; si tratta di un 19enne di Pietradefusi e di un 19enne, un 20enne e un 28enne di Avellino.
Le indagini erano partite nel febbraio 2018, quando i carabinieri della stazione di Avellino arrestarono un giovane del posto, ritenuto responsabile di sequestro di persona, estorsione, lesioni personali, furto e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio con l'aggravante di aver coinvolto nel reato un minorenne. Durante la perquisizione nella sua abitazione erano stati trovati i "pizzini" con nomi, importi di denaro, luoghi dello spaccio e tipo degli stupefacenti.
Con servizi di pedinamento e controllo e con attività tecniche i militari hanno ricostruito l'organico della banda. Nelle intercettazioni era emerso che i giovani usavano un linguaggio in codice, parlando di pizza, giubbini, joystick e cioccolata, prendendo appuntamento con i clienti anche all'interno delle scuole e usando un minorenne come intermediario. I carabinieri hanno appurato che non si trattava di cessioni occasionali, ma di una rete di spaccio strutturata, che era diventata un punto di riferimento per molti studenti di Avellino e che era in grado di trattare grandi quantità di stupefacenti considerando anche il numero delle cessioni.