Bagnoli: incendiato l’ex centro sociale Bancarotta. Ancora fuoco sull’ex Italsider
Ancora fiamme a Bagnoli. Ancora un incendio doloso. Questa volta ad andare a fuoco sono stati i locali dell'ex centro sociale Bancarotta proprio a due passi dall'ingresso principale di Città della Scienza. L'incendio si è sviluppato nella giornata di ieri intorno alle ore 17. Sul posto, allertati dagli ex occupanti del centro sociale e dai cittadini di Bagnoli, sono giunti i Vigili del Fuoco che hanno domato l'incendio dopo alcune ore. Il rogo ha interessato un'ala dell'edificio che rientrò nelle aree che furono sequestrate dalla Procura della Repubblica di Napoli nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale e truffa sulla bonifica fasulla dei suoli dell'area ex Italsider. Nell'inchiesta finirono gli ex vertici della società del Comune di Napoli Bagnoli Futura S.p.a, poi fallita, oltre a tecnici del Comune e della Provincia ed all'ex direttore generale del Ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini. L'11 aprile del 2013 la Procura dispose il sequestro delle aree ed anche del Centro Sociale Bancarotta nato nei locali di proprietà di Bagnoli Futura che un tempo ospitavano una filiale di un istituto bancario. Un sequestro che fu ritenuto necessario per il ripristino dei luoghi, visto che la truffa sulla mancata bonifica aveva peggiorato il livello di inquinamento dell'area.
Il rogo, secondo i Vigili del Fuoco, è di origine dolosa: le fiamme si sono sviluppate in alcune stanze all'interno della struttura. Un evento che infittisce le ombre ed i misteri sull'area dell'ex Italsider di Bagnoli a pochi giorni dal secondo anniversario del rogo che distrusse completamente un'ala di Città della Scienza il 4 Marzo del 2013. Per quel rogo doloso ancora oggi non è stata fatta piena luce e nel registro degli indagati, nonostante oltre due anni di indagini, è finito solo uno degli ex custodi della struttura. Nessuna luce sui mandanti e nemmeno sul movente di quell'incendio che colpì profondamente la città di Napoli.
I rilievi effettuati solo 12 ore dopo
Ancora oscuri i motivi del rogo doloso all'ex centro sociale Bancarotta, ma la vicenda si tinge subito di giallo. Come ha sostenuto alle telecamere di Fanpage.it, uno degli ex occupanti, nella giornata di ieri i Vigili del Fuoco non hanno effettuato i rilievi del caso per accertare la dinamica del rogo pur ammettendo che si tratta di una origine dolosa. I rilievi sarebbero spettati alla Polizia Scientifica che li ha svolti solo nella mattinata di oggi a quasi 15 ore dai fatti. I rilievi, a quanto hanno dichiarato le persone che erano presenti alle telecamere di Fanpage, sono stati di tipo fotografico ed audiovisivo. La Scientifica dunque si sarebbe limitata a scattare foto e girare un video sulla scena del rogo senza ulteriori accertamenti tecnici. L'ennesimo rogo nell'area ex Italisider arriva in un momento particolarmente caldo per il futuro dell'area di Bagnoli. Pochi giorni fa infatti il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha annunciato l'imminente nomina di un commissario straordinario per Bagnoli come previsto dalla legge Sblocca Italia approvata dal parlamento. Uno scenario che porterebbe il destino dei suoli di Bagnoli nelle mani del governo centrale. Ad attendere il futuro di Bagnoli sono in tanti, dalle forze imprenditoriali del territorio ai grandi gruppi nazionali legati al cemento, fino chiaramente agli interessi più loschi legati al crimine organizzato che potrebbe infiltrarsi nell'affare della riqualificazione del quartiere flegreo di Napoli. Per gli ex occupanti di Bancarotta il rogo "è un segnale in questo senso". Gli attivisti di Bancarotta hanno tenuto stamane una conferenza stampa davanti alla struttura in cui hanno spiegato che "il commissariamento agevolerà gli interessi speculativi sull'ex area Italsider a cominciare dai gruppi che già hanno possedimento nell'area come il gruppo Caltagirone". Gli attivisti di Bancarotta sono stati tra i promotori delle manifestazioni contro lo Sblocca Italia e la volontà del governo di nominare un commissario straordinario per Bagnoli, come quella del 7 novembre scorso, data in cui il presidente del consiglio Matteo Renzi avrebbe dovuto far visita a Città della Scienza, finita in scontri con la polizia.
E De Magistris non vuole il commissario
In prima fila contro la nomina di un commissario straordinario per Bagnoli c'è il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Il primo cittadino, dopo una prima fase di maggiore dialogo con il governo Renzi sul futuro di Bagnoli, si è opposto apertamente e con toni duri al commissariamento dell'area ex Italsider. De Magistris sta costruendo per il mese di aprile, proprio a Bagnoli, un incontro nazionale dei sindaci italiani contro lo Sblocca Italia. Un evento che raggrupperà sindaci di diverse regioni d'Italia che si oppongono ad alcuni dei provvedimenti come lo sblocco delle trivellazioni petrolifere sulla costa ed in mare ed appunto la nomina dei commissari straordinari. Da Palazzo San Giacomo ancora nessuna presa di posizione sull'incendio di ieri, ma l'impegno del sindaco contro il commissariamento va avanti da tempo. Nuove ombre dunque si addensano sul futuro di Bagnoli.