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“Basta privilegi per il bar del Consiglio regionale”: chiesta la sospensione della gara

La buvette, il bar ristorante all’interno del Consiglio regionale della Campania, finisce al centro di una bufera politica. Nel mirino di alcuni consiglieri i prezzi inferiori a quelli di mercato che si praticano all’interno, che fanno pensare a privilegi: sono possibili grazie a un contributo pubblico che Psi, Davvero Verdi e Campania Libera chiedono di abolire. Ma a chiedere la sospensione della gara d’appalto appena aggiudicata è anche una delle ditte che vi hanno partecipato.
A cura di Francesco Loiacono
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La buvette, il bar-ristorante che si trova all'interno della sede del Consiglio regionale della Campania, finisce al centro della bufera politica. Da un lato alcuni consiglieri chiedono la sospensione del servizio di ristorazione per eliminare "ogni elemento che possa far pensare a un privilegio", come i prezzi inferiori a quelli di mercato (50 centesimi per un caffè o 7,5 euro per del pesce spada alla griglia, ad esempio) che si applicano all'interno della buvette, grazie a un contributo erogato proprio dalla Regione. Dall'altro a chiedere la sospensione della gara d'appalto appena aggiudicata è una delle ditte escluse, la Capital srl (attuale gestore della buvette), che ha presentato ricorso al Tar e chiesto alla Commissione Trasparenza del Consiglio Regionale di approfondire la vicenda per chiarire la congruità del costo pattuito dalla ditta che ha vinto la gara, la New generation srl, che ammonterebbe per le casse regionali a 510mila euro in 5 anni.

Borrelli, Casillo e Maraio: "Eliminare il contributo pubblico"

Il primo attacco al servizio di ristorazione di cui usufruiscono i consiglieri regionali attiva dagli esponenti di Campania libera, Psi e Davvero Verdi, Tommaso Casillo (vicepresidente del Consiglio regionale), Vincenzo Maraio (dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale) e il consigliere Francesco Emilio Borrelli. A loro avviso "bisogna sospendere la gara ed eliminare il contributo pubblico, così chi vorrà gestire la buvette lo farà sapendo che dovrà coprire le spese senza contare su aiutini del Consiglio, riparando a un errore commesso nel passato. Per Borrelli, Casillo e Maraio "pagare il caffè 50 centesimi invece dei 60 o 70 centesimi che si pagano in alcuni bar del centro direzionale non giustifica l'uso di risorse pubbliche". I tre sottolineano però come nella vicenda si debba tener conto dei lavoratori attualmente impegnati nel bar, "ma senza usare soldi pubblici".

Ciarambino: "Potremmo rivolgerci all'Anac"

La salvaguardia dei posti di lavoro è un punto fermo anche per Valeria Ciarambino dei Cinque stelle, presidente della Commissione trasparenza: "Abbiamo già dedicato una riunione specifica all'esame della questione e stiamo valutando l'ipotesi inviare la documentazione all'Autorità Anticorruzione", ha riferito la Ciarambino: "L'obiettivo è fare chiarezza e accertare la regolarità delle spese che sostiene la Regione".

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