Benevento: “Al pronto soccorso dicevano che ero pazza invece ho un cancro”
Riportiamo la testimonianza per intero che una donna di 60 anni di Benevento, ha consegnato negli uffici della Questura, intenzionata a denunciare l'operato dei medici che l'hanno seguita presso l'ospedale Rummo. Secondo quanto ha raccontato si sarebbe recata con dei forti dolori all'ospedale, dopo che gli era stata diagnosticata una massa benigna alla mammella, ma i medici hanno consigliato ai familiari di sottoporla ad una visita psichiatrica, parlando di "un esaurimento" che le avrebbe fatto ingigantire i sintomi e i dolori denunciati: "Dinanzi alle mie urla di dolore, tra l'altro aggravate dalle manovre praticate nel corso della visita, convinto che si trattasse di una mia esagerazione, il medico ha consigliato i miei familiari di consultare ‘un medico dei pazzi'".
E proprio lo psichiatrica, non riscontrando nessun disturbo o patologia, avrebbe detto alla donna di sottoporsi immediatamente ad una radiologia, scoprendo così un tumore calcificato. Una scoperta che ha spinto la donna ha presentare denuncia lo scorso 20 settembre.
Il testo integrale della denuncia delle donna (di cui si omette il nome per esteso per sua volontà):
Io sottoscritta V. B., di anni 60, dopo essere stata vittima, in questi giorni, di un gravissimo episodio di malasanità, al fine che venga fatta giustizia ed altri per il futuro non si trovino a vivere la mia stessa drammatica esperienza, espongo ciò che segue precisando che dell'accaduto è stata presentata denuncia presso la Questura di Benevento a corredo della quale ho allegato tutte le prove a conferma di quanto asserito.
Per questo, voglio sperare che, con sollecitudine, la Magistratura dia avvio ad una indagine che faccia emergere le singole responsabilità di una vicenda che è poco definire allucinante.
Infatti, a seguito di alcuni disturbi insorti vari mesi or sono, senza risparmiarmi e pagando anche onorari, senza il rilascio di alcuna ricevuta fiscale, a sanitari che operano in strutture pubbliche, sono stata sballottata da più parti sempre con l'assicurazione che non avessi alcunché di serio.
Nomi ed ambulatori sono stati dettagliatamente descritti nella denuncia presentata.
Ad un tratto, malgrado, ripeto, sempre assicurata, manifestando in primavera dolori lancinanti in regione lombosacrale ho consultato privatamente un ortopedico che mi ha sottoposto a ben otto infiltrazioni, a cadenza settimanale, il martedì per la precisione.
A conclusione dell'iter, a metà luglio, l'ortopedico in oggetto mi ha suggerito di ripetere lo stesso ciclo, sempre a pagamento malgrado lui sia ospedaliero, in autunno, rassicurandomi, poichè continuavo a lamentarmi, che l'effetto della cura si sarebbe visto a distanza.
Ciò non è avvenuto. Anzi, il dolore, giorno dopo giorno, è andato sempre più aumentando al punto che, non sopportandolo, la notte del 22.07.2017, alle ore 02,56, i miei congiunti mi hanno portato presso il Pronto Soccorso dell'A,O. "Rummo".
Qui, mi sono stati praticati antidolorifici in flebo e, poi, dopo la permanenza dell'intera notte su di una barella, la mattina del 23.07.2017, finalmente, è stata richiesta una consulenza ortopedica.
Lo specialista di turno, dopo avermi visitato, senza anche lui di preoccuparsi di sottopormi ad alcuna indagine neanche dopo essere stato edotto del lungo mio peregrinare dei mesi precedenti, mi ha diagnosticato una "lombocruralgia da sospetta ernia discale". A conclusione, quest'ultimo, dinanzi alle mie urla di dolore, tra l'altro aggravate dalle manovre praticate nel corso della visita, convinto che si trattasse di una mia esagerazione, ha consigliato i miei familiari di consultare "un medico dei pazzi".
Così, seguendo il suo suggerimento, il giorno dopo, di buon mattino, alle ore 06,30, abbiamo consultato il Dr. Giuseppe De Lorenzo.
Questi, nel referto stilato presso il suo studio, ha escluso la presenza di problemi psichici e ci ha invitato a praticare, senza ulteriori indugi, una risonanza magnetica. Tra l'altro, nel suo referto ha scritto "…non turbe psichiche… disturbo non da origine erniaria, ma dubbia? ".
L'indagine praticata è stata senza appello: "Metastasi osee da carcinoma mammario".
Nulla c'è da aggiungere. Ora sono curata altrove anche se sia stato perso tempo prezioso.
Chiedo giustizia e non mi fermerò sino a quando ciò non avverrà.