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Benevento, maestra d’asilo grave per meningite, profilassi per tutti i bambini

Una insegnante trentenne di Benevento è in gravi condizioni all’ospedale Cotugno. È affetta da meningite, è stata trasferita a Napoli dopo un primo ricovero al Rummo di Benevento. Avviata la profilassi per i suoi familiari, per i dipendenti della scuola e anche per i bambini della sua classe d’asilo: 16 piccoli, 14 dei quali erano già vaccinati.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Una insegnante d'asilo di 30 anni di Benevento, affetta da meningite, è stata ricoverata nell'ospedale Cotugno, specializzato nelle malattie infettive. Nella struttura napoletana è arrivata nella notte tra venerdì e sabato, dopo un primo ricovero all'ospedale Rummo di Benevento, dove è stata effettuata la prima diagnosi e si è deciso per il trasferimento al Cotugno. La meningite che l'ha colpita sarebbe di base batterica, le sue condizioni sono gravi. È partita la profilassi per tutte le persone che avevano avuto contatti con la donna nei 7/8 giorni precedenti alla comparsa dei sintomi e che potrebbero essere stati contagiati.

Oltre al compagno, al figlio e al personale della struttura scolastica, sono stati sottoposti ad accertamenti anche i bambini della sua classe: 16 piccoli, dei quali 14 già vaccinati per meningite e 2 che ancora non avevano fatto il vaccino per motivi di salute. L'Asl, ribadendo l'importanza del progetto vaccinale, ha immediatamente contattato le famiglie e i pediatri di base per le verifiche del caso. Nessuno dei piccoli ha manifestato i sintomi.

La profilassi, ha aggiunto l'Asl, dovrà essere fatta soltanto dalle persone che hanno avuto un contatto diretto con l'insegnante negli ultimi giorni, perché il contagio avviene per il passaggio del batterio responsabile dell'infezione da un organismo all'altro; non ci sono quindi pericoli per chi ha avuto contatti con il personale didattico o con i bambini o con chiunque altro non abbia manifestato sintomi. Le autorità inoltre invitano a non diffondere allarmismi: si tratta di un episodio isolato, che rientra quindi nei "casi attesi", ovvero in quelli che i sanitari prevedono che si verifichino in base alle statistiche.

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