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Covid 19

Benevento, positivi Covid a San Lorenzo, ira del sindaco: ‘Saputo dalla tv’

Bufera a San Lorenzo Maggiore, nel Beneventano: nuovi casi di positivià, ma l’Asl non ha avvertito il sindaco, che lo ha saputo dalla televisione. Intervistato da Fanpage.it, il primo cittadino Carlo Giuseppe Iannotti ha spiegato: “Ho chiesto tamponi per un mese e mezzo per i parenti di una donna deceduta, e non mi hanno risposto. Ora sono positivi marito, figlia e genero. E non mi hanno neanche avvisato”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Carlo Giuseppe Iannotti, sindaco di San Lorenzo Maggiore (BN).
Carlo Giuseppe Iannotti, sindaco di San Lorenzo Maggiore (BN).
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Nuovi casi di positività al coronavirus nel Sannio: a San Lorenzo Maggiore, nel Beneventano, sono tre in tutto i contagiati dal SARS-CoV-2, tutti appartenenti allo stesso gruppo familiare nel quale era inclusa anche una donna, morta però già lo scorso 1° aprile proprio per le complicazioni dovute all'infezione CoViD-19. Ma il sindaco della comunità sannita è furibondo: la notizia dei nuovi contagi l'ha infatti appresa in televisione e non dalla Asl di Benevento, che anzi avrebbe ignorato le sue richieste, avanzate già da un mese e mezzo, di effettuare tamponi ai familiari della donna deceduta. Lo ha spiegato lo stesso sindaco Carlo Giuseppe Iannotti, intervistato da Fanpage.it nella giornata di oggi, martedì 19 maggio.

Sindaco, com'è la situazione al momento nel suo paese?

"Al momento ci sono tre contagiati: si tratta di padre, figlia e genero, tutti dello stesso nucleo familiare. Si trovano in isolamento domiciliare, e resteranno in quarantena fino alla guarigione. Sono tutti parenti della donna deceduta lo scorso 1° aprile qui a San Lorenzo Maggiore, sempre per CoViD-19"

Cosa è successo dopo il decesso della donna?

"Tutto è iniziato poco prima, lo scorso 27 marzo, quando l'Asl ci ha comunicato con una PEC che la donna fosse positiva. Il 1° aprile purtroppo è deceduta e, il giorno dopo, la figlia mi ha comunicato che il padre avesse la febbre. Ho mandato subito una richiesta all'ASL chiedendo di fare i tamponi a tutti la famiglia. Ma nessuno ha risposto. Nessuno ci ha fatto sapere nulla. Anzi, dopo il periodo di quarantena obbligatoria, il nucleo familiare ha potuto uscire liberamente. Solo dopo un mese, a fine aprile, l'ASL decide di fare i tamponi, e si scopre che il marito della donna è positivo. Si tratta di un anziano di 83 anni: perché hanno lasciato passare un mese?"

Lei ieri si è definito "incazzato" con l'ASL. Cos'è successo?

"Non ce l'ho fatta più, perché domenica sera sono venuto a conoscenza dei nuovi positivi nel paese. E non attraverso l'ASL, ma dalla televisione. Si tratta della figlia dell'uomo e del genero. Tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare. Confermata anche la positività dell'uomo stesso. E dall'ASL nessuna comunicazione se non in tarda serata, quando la notizia era già di pubblico dominio. Lo sapevano gli altri e non lo sapevo io. Tanto, il sindaco a che serve? A me la cosa che ha fatto andare in bestia è proprio questo: inoltre, in altri comuni venivano fatti tamponi a iosa, basta che chiedano. Da noi, che abbiamo avuto anche un decesso, niente. Mi auguro che in un prossimo futuro questo non avvenga più, visto che non siamo certo i figli di nessuno".

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