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Benevento, sorelle non accettate a lavoro: “Non mi hanno fatto lavorare perché nera”

Lina Simons, 19 anni, denuncia su Facebook di non aver potuto lavorare in un ristorante di Pietraroja, nel beneventano, perché nera. Doveva lavorare lì il giorno di Ferragosto insieme alla sorella di 16 anni. “La cosa più brutta è stato vedere la mia sorellina piangere per mano di questa gente, per mano del razzismo”, racconta.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non ci hanno fatto lavorare perché nere: l’accusa, rivolta a un ristorante di Pietraroja, in provincia di Benevento, la lancia attraverso un video su Facebook Lina Simons, una ragazza di 19 anni di colore. Lina doveva lavorare in un ristorante della zona il 15 agosto, ma una volta arrivata insieme alla sorella di 16 anni al locale, l’avrebbero rifiutate in quanto nere. “La cosa più brutta è stato vedere la mia sorellina piangere per mano di questa gente, per mano del razzismo”, racconta nel video la ragazza.

La sua testimonianza inizia premettendo di voler raccontare un “episodio molto triste, avvenuto in un ristorante di Pietraroja”: “Oggi io e la mia sorellina di 16 anni avremmo dovuto lavorare come cameriere. Non è andata a finire bene. Io, mia sorella e una nostra amica che ci aveva informate del lavoro siamo andate al ristorante e siamo state accolte in maniera calorosa dal proprietario che ci ha spiegato anche dove trovare le cose per mangiare”.

Il racconto della ragazza non accettata a lavorare in un ristorante perché nera

La ragazza continua a raccontare spiegando che il problema non è stato l’uomo, ma una donna che “suppongo fosse la moglie”. “Quando ha visto mia sorella ha iniziato a fare facce strane e ha iniziato a gridare. E poi la sua espressione appena ha visto me che sono total black. La moglie è completamente impazzita, ha iniziato a buttare piatti, gridare contro il marito, contro di noi, contro chiunque. Ha detto cose non carine e che non voglio riportarvi. Sono stata così calma fino ad adesso. Mi abbasserei al livello di questa signora, ma ho più classe”.

Tornando ancora su quanto avvenuto, Lina dice che non le è interessato “minimamente dell’episodio”: “Sono abituata a cose del genere e questo è già una cosa brutta, non dovrebbero accadere. La cosa più brutta però è stata vedere mia sorella piangere per mano di questa gente, per mano del razzismo. Orribile”.

Il videomessaggio della ragazza si conclude con una sorta di appello: “Non voglio parlare di razzisti né con i razzisti ma voglio parlare con persone che hanno salde basi morali, che non giudicano dall’apparenza. Voi persone con sale in zucca avete l’obbligo morale di trasmettere valori giusti a chiunque vi stia attorno. Queste sono stronzate non accettabili. Di stronzi così ce ne stanno tanti”, aggiunge in dialetto Lina prima di concludere con una domanda: “Volete davvero che vostro figlio domani non venga accettato perché nero, giallo, bianco, gay?”.

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