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Blitz dei carabinieri, ritrovati antichi reperti trafugati a Pompei

Le indagini dei Carabinieri del comando tutela patrimonio culturale, coordinate dalla Dda partenopea, hanno permesso di smantellare una rete dedita al traffico dei reperti archeologici operante su tutto territorio nazionale. Sottratti al mercato nero delle antichità decine di manufatti provenienti dai siti di Caserta, Pompei e della zona vesuviana.
A cura di An. Mar.
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Ritrovati dopo anni decine di antichi reperti trafugati dai più prestigiosi siti archeologici della Campania. Scomparsi da Paestum, Pompei e dalle ville vesuviane, sono stati rintracciati grazie a una complessa e lunga indagine terminata con una vasta operazione cominciata alle prime luci dell'alba di stamane. A gestire il mercato nero delle antichità, una rete di trafficanti operante sul territorio nazionale. I carabinieri del comando tutela patrimonio culturale con la collaborazione dei reparti territoriali e mobili coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli stanno eseguendo 147 perquisizioni sul territorio nazionale in una vasta indagine senza precedenti contro il traffico illecito di beni culturali. Si tratta di reperti provenienti dalle maggiori aree archeologiche italiane tra cui anche Pompei. .

Risale a 10 giorni fa l'ultima operazione condotta contro il traffico di reperti archeologici tra il territorio campano e quello del Lazio. Lo scorso 23 gennaio i carabinieri della Stazione di Calvi Risorta (Caserta) e i colleghi del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Napoli  nell’ambito della cosiddetta operazione “Dedalo” recuperarono 1.500 reperti archeologici di diversa natura e datazione nonché numerosi reperti contraffatti per un valore totale di un milione e 600mila euro. In manette, finirono 19 trafficanti attivi nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina. Tra le vestigia recuperate in quell'occasione, anche un a intera stanza affrescata, asportata dal sito di Pompei e ricostruita altrove.

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