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Boom di turisti agli Scavi di Pompei: ingressi a numero chiuso?

Fa discutere la proposta del soprintendente Massimo Osanna che vorrebbe regolamentare gli accessi dopo lo straordinario risultato raggiunto lo scorso weekend con 35mila presenze registrate in un solo giorno.
A cura di Angela Marino
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Grande successo per il sito archeologico di Pompei, preso letteralmente d'assedio dai turisti lo scorso 2 maggio, registrando circa 35mila ingressi. Un numero esorbitante, e sicuramente un risultato senza precedenti nella storia del complesso archeologico campano che lo pone tra le mete con il più alto numero di visite giornaliere, addirittura sopra il Colosseo di Roma. Ma quali sono le conseguenze di un tale sovraffollamento per l'antichissimo vesuviano? A quanto pare, dei rischi, per l'integrità e la conservazione della struttura –recentemente sottoposta a restauri costosi e complessi in alcune delle sue parti – esistono, e non sarebbero da sottovalutare. Questa l'opinione del Soprintendente Massimo Osanna. Secondo il dirigente, infatti 35mila visitatori nello stesso giorno "non sono un flusso sostenibile".

La soluzione? Limitare gli ingressi ad un tetto massimo di turisti oltre il quale l'accesso al sito è negato, per motivi di sicurezza.  A questo proposito il soprintendente Massimo Osanna ha già contattato il ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini, per predisporre misure utili a fronteggiare la prossima ondata di turisti prevista per la prima domenica di giugno, che ormai, come ogni prima domenica del mese, da tempo prevede l'accesso libero a gran parte dei siti museali in Campania, su disposizione dello stesso Ministero. Unica alternativa intravista da Osanna al "numero chiuso" quella di programmare visite e itinerari all'interno dell'area o limitare solo alcuni punti.

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