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Bosco di Capodimonte, raccolta fondi per costruire due campi da calcio: ce n’è davvero bisogno?

Questa sera, al Real Bosco e Museo di Capodimonte, si terrà un evento danzante di raccolta fondi per dotare il parco di due campetti da calcio. È proprio necessario stravolgere la tranquillità dell’unico vero polmone verde di Napoli con la costruzione di non uno, ma ben due campi per la pratica dello sport più diffuso nel mondo?
A cura di Valerio Papadia
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Questa sera, al Real Bosco e Museo di Capodimonte, si terrà un evento danzante per raccogliere fondi per la costruzione, all'interno dell'immenso parco verde, di due campetti da calcio. Lo scopo del direttore Sylvain Bellenger, di concerto con l'Associazione Premio GreenCare Ets e l’Associazione Amici di Capodimonte onlus, è di certo nobile: creare un punto di aggregazione, fruibile gratuitamente, per i ragazzi del quartiere e non solo. Ma, nella realtà fattuale, c'è davvero bisogno di non uno, ma ben due campi da calcetto? E soprattutto, i napoletani saranno capaci di autogestirsi e di non turbare la quiete del Bosco?

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"Ho voluto iniziare il mio incarico da direttore qui a Capodimonte partendo dalla cura del Real Bosco, dalla sua apertura alla città stimolando sempre più la partecipazione attiva dei singoli, delle associazioni, del quartiere e delle imprese, nella convinzione che l'uso sociale del parco non fosse in contrasto con la protezione del giardino storico, ma al contrario che l'organizzazione dell'uno potesse salvare l'altro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un bosco curato, regolamentato, vissuto sempre più intensamente da bambini, anziani, sportivi di ogni genere e semplici cittadini in cerca di momenti di relax. Un luogo capace di ospitare rievocazioni in costume ed eventi sportivi, senza che ciò interferisca nella cura massima che abbiamo per il giardino storico: collezione botanica che tuteliamo al pari dei capolavori d'arte custoditi nella Reggia" afferma il direttore Bellenger. Ed è vero: il Bosco di Capodimonte è curato, disciplinato; le persone ci vengono a passeggiare, a fare yoga, a portare il cane a spasso, tutto nel rispetto delle regole. Proprio quella tranquillità che rischia di venire meno con la costruzione di due campi per la pratica dello sport più diffuso al mondo; proprio quella serenità forse dell'unico polmone verde della città degno di questo nome che rischia di essere turbata.

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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