Primarie Pd a Napoli, il caso finisce in Parlamento
Il caso dello scambio di denaro durante le primarie Pd a Napoli finisce in Parlamento. I deputati del M5S hanno presentato un'interrogazione parlamentare che espone i fatti documentati dalle telecamere di Fanpage lo scorso 6 marzo davanti ad alcuni seggi della periferia nord ed est di Napoli: ovvero proprio in cui la vincitrice Valeria Valente ha ottenuto più voti. Le immagini riprese hanno mostrato il capogruppo Pd alla sesta municipalità Gennaro Cierro e il consigliere comunale Antonio Borriello mentre offrivano un euro (l'obolo chiesto dal partito per la preferenza) ad alcuni votanti.
Irregolarità alle primarie Pd a Napoli
Un altro video girato dai reporter di Fanpage mostra esponenti del centrodestra mentre danno indicazioni di voto agli elettori. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo conoscitivo sul caso. Tutti fatti esposti nell'interrogazione dei Cinque Stelle in cui si legge: "A rendere più inquietante il quadro – si legge nell'interrogazione dei Cinque Stelle – si aggiunge il fatto che le documentate iniziative di influenza/compravendita del voto siano state confermate, in quanto assunte in prima persona, da esponenti del Partito Democratico che ricoprono cariche istituzionali ed apertamente schierati nelle primarie con la candidata Valeria Valente, fra cui il senatore di centrosinistra Vincenzo Cuomo, che in qualità di presidente del seggio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, è stato testimone oculare dei brogli" .
Voto condizionato: il caso Casavatore
I parlamentari del Movimento Cinque Stelle citano anche i recenti fatti di Casavatore, dove un altro esponente del Pd, il candidato perdente alle elezioni comunali della primavera 2015, è indagato per voto di scambio per il sostegno ricevuto da alcuni pregiudicati riconducibili a un'ala del clan camorristico Amato- Pagano. Secondo i pentastellati tali fatti non escluderebbero "che a Napoli sia stato riproposto il “sistema Casavatore”, un sistema di commistione tra camorra-politica-istituzioni, ossia di condizionamento della politica al quale gli stessi politici preferiscono prestarsi." "Questo pericolo – scrivono – parrebbe non peregrino se si considera che l’indagato Silvestri è personaggio molto vicino alla Valente come dimostra la circostanza che la sua compagna è attualmente collaboratrice parlamentare della neoeletta candidata sindaco del Pd".