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Bruciata viva, quando l’ex minacciava Carla: “Ti farò provare le sofferenze che provo io”

Carla Caiazzo, bruciata viva dall’ex compagno racconta le minacce che hanno preceduto l’aggressione: “Mi diceva: ti farò provare tutte le sofferenze che sto provando io”. La 38enne, da 4 mesi in un letto d’oepedale, dovrà sottoporsi a numerosi interventi chirurgici per le lesioni subite.
A cura di Angela Marino
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Carla Caiazzo, bruciata viva dall'ex compagno
Carla Caiazzo, bruciata viva dall'ex compagno

È tornata nel letto d'ospedale dove è stata ricoverata per quattro mesi. Carla Caiazzo era stata dimessa dal reparto ustionati del Cardarelli di Napoli, dove era finita con ustioni sul 50% del corpo e dopo poche ore dal ritorno a casa è finita in ospedale per una complicazione dovuta a una delle medicazioni che ancora porta. Il processo di recupero per la 38enne bruciata viva dall'ex, mentre era incinta di 8 mesi, è lento e dolorosissimo. Non solo, è anche costoso, tanto che i suoi legali hanno avviato una raccolta fondi per finanziare i nuovi interventi chirurgici cui dovrà sottoporsi per recuperare in parte l'aspetto di prima. A casa ad aspettarla, per ora, c'è la piccola Giulia Pia, salvata dai medici con un cesareo d'urgenza e il suo nuovo compagno.

Carla:"Era aggressivo, dovevo cogliere i segnali"

I fantasmi del dramma che ha subito però restano vivi e viva anche l'incredulità per quanto accaduto senza nessuna avvisaglia. "Cercavo di farlo ragionare – racconta Carla in una intervista al Mattino – gli spiegavo che era importante per il futuro di nostra figlia. Dobbiamo continuare a frequentarci per tutta la vita per farla crescere bene, ripetevo, quindi cerchiamo di andare d’accordo". Paolo Pietropaolo, però, non era disposto ad accettare l'idea che la loro relazione fosse finita. Sebbene non fosse mai stato violento, Paolo, racconta Carla "era diventato molto aggressivo, ma soltanto a parole. Non accettava il fatto che volessi lasciarlo. Mi diceva: ti farò provare tutte le sofferenze che sto provando io". Frasi che non hanno mai indotto Carla a credere che ci fosse una minaccia reale per la sua vita fino al giorno in cui il padre della bimba che portava in grembo non l'ha cosparsa di liquido infiammabile, dandole fuoco. "Forse ho sottovalutato la situazione, non ho colto segnali d’allarme che avrei dovuto cogliere" riflette. Che vi fossero, o meno, segnali che avrebbero potuto scongiurare la tragedia, Pietropaolo resta in carcere con l'accusa di tentato omicidio mentre per Carla il processo di riabilitazione è solo all'inizio.

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