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Caccia ai due evasi dal carcere di Carinola, hanno segato sbarre e si sono calati con fune

Sono state diffuse le fotografie dell’evasione di sabato dal carcere di Carinola, in provincia di Caserta. Ervis Markja, 26 anni, e Adriatik Gega, 28 anni, albanesi, sono in fuga dopo aver segato le sbarre ed essersi con una corda di fortuna. Sono state diramate le note di ricerca, con pattugliamenti e posti di controllo.
A cura di Nico Falco
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Hanno segato le sbarre, hanno tagliato parte della recinzione e si sono calati all'esterno usando una fune ottenuta con vari pezzi di corda annodati tra loro. Come nel più classico dei film sulle evasioni: così sono scappati ieri notte i due detenuti dal carcere di Carinola, in provincia di Caserta. Sull'accaduto è stata avviata una indagine interna, per capire se le falle nella sicurezza sono dipese da un errore del personale se sono legate a carenze strutturali o della pianta organica. La fuga di Ervis Markja, 26 anni, e Adriatik Gega, 28 anni, entrambi albanesi, era stata scoperta nella notte tra il 25 e il 26 maggio, erano scappati tra l'1 e le 2.45. Erano state diramate le note di ricerca alle forze dell'ordine ed erano stati organizzati pattugliamenti e posti di controllo nei luoghi dove presumibilmente potevano essersi diretti: le zone dove abitavano, in Campania, dove potrebbero avere ancora degli appoggi e persone disposte ad aiutarli, e nelle stazioni ferroviarie e dei mezzi pubblici, da dove potrebbero invece tentare di lasciare la regione. Ervis Markja era detenuto nel carcere casertano per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale in concorso, mentre Adriatik Gega stava scontando la pena per concorso in ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, sequestro di persona e furto.

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Le fotografie dell'evasione sono state diffuse su Facebook dalla pagina UDS -Uomini e Donne della Sicurezza, che scrive: "La Polizia Penitenziaria soffre di una carenza di personale che mette a dura prova la sicurezza all'interno degli Istituti Penitenziari. Turni massacranti otto ore al giorno, quando va bene, mal pagati e obbligati turni da terzo mondo. La popolazione detenuta è in aumento vertiginoso, quota sessantamila, le strutture sono fatiscenti, ci sono realtà dove ancora la doccia è fuori dalla camera detentiva, disuguaglianza tra indirizzi lavorativi tra le strutture difformità nell'applicazione di norme e diverse interpretazioni di direttive portano al collasso il sistema carceri Italiani. Anni di totale abbandono da parte di una classe politica distratta ci consegna una realtà emergenziale che necessita di urgente monitoraggio da parte del Governo".

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