“Cacciata dalla scuola perché cieca”: la denuncia di una non vedente
"Ordinaria discriminazione", così l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (Uici) definisce l‘episodio andato in scena in una scuola del Napoletano dalla quale una donna non vedente, che si trovava li per accompagnare la nipote a sostenere un esame, è stata allontanata. Sarebbe proprio la sua disabilità il motivo per cui la donna è stata costretta a lasciare l'istituto secondo quanto denunciato dall'Uici. Valeria Baselice, 48enne cieca dalla nascita, si trovava insieme alla nipote che doveva sostenere l'esame per il conseguimento di una licenza commerciale, ma dopo aver constatato l'handicap della donna – secondo quanto riferito dall'Uici – la dirigente scolastica, le avrebbe impedito di aspettare la nipote all'interno del plesso scolastico, costringendola a lasciare l'edificio "in modo da scaricarsi dalla responsabilità di eventuali incidenti".
"La dirigente ha cominciato ad alzare la voce – questa la versione di Valeria – e rivolgendosi direttamente a mia nipote le ha detto che se non me ne fossi andata non le avrebbe permesso di fare l'esame. Ho provato a protestare, ma di fronte alla minaccia ho preferito allontanarmi. La cosa che piu' mi ha ferito e' stato il fatto di essere trattata peggio di un animale, come se uno non fosse in grado di badare a se stesso. Non ho chiesto assistenza, ho solo chiesto di poter aspettare mia nipote all'interno della scuola per non dover attendere da sola in mezzo ad una strada".
La protesta dell'Unione Ciechi (Uici)
Francesco Cafaro, presidente della Sezione Uici di Salerno, ha inviato una lettera alla dirigente, ad oggi ancora senza risposta, per chiedere conto dell'accaduto, sottolineando che "la convenzione Onu è stata approvata per condannare la discriminazione e che le scuole dovrebbero essere luogo di accoglienza e solidarietà". "Siamo esterrefatti – dichiara il presidente nazionale dell'Uici Mario Barbuto – quanto accaduto a Valeria purtroppo non è che l'ultimo, in ordine di tempo, di numerosi casi di discriminazione che la cronaca quotidianamente ci riporta nei confronti di noi disabili. Serve un'azione convinta di denuncia, affinché non si possano più ripetere questi gravissimi episodi. Non possiamo più tacere, è tempo oramai di fare nomi e cognomi e di pretendere risposte e scuse pubbliche".