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Caivano, la camorra del Parco Verde imponeva anche le mozzarelle

Il clan Sautto-Ciccarelli, egemone nel Parco Verde di Caivano (Napoli), imponeva anche la fornitura di mozzarelle obbligando i negozianti ad acquistare da un imprenditore “amico” e vietando agli altri di lavorare nel paese della provincia napoletana. Emerge dall’ordinanza che ha portato a 17 arresti, eseguiti dai carabinieri martedì 12 novembre.
A cura di Nico Falco
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Mozzarella di bufala in preparazione. [Immagine di repertorio]
Mozzarella di bufala in preparazione. [Immagine di repertorio]

A Caivano dovevano essere vendute solo le mozzarelle di un imprenditore in particolare, amico di personaggi ai vertici del clan. Nessun altro poteva avvicinarsi al paesone in provincia di Napoli o provare a rifornire i negozi coi suoi prodotti. È quello che emerge dall'ordinanza che ha portato ai 17 arresti nel clan Sautto-Ciccarelli, con roccaforte nel Parco Verde. Caivano era considerata dagli uomini del clan come un proprio feudo, su cui spettava a loro decidere qualsiasi cosa: dal traffico di droga alle estorsioni, per finire all'imposizione di posti di lavoro e del monopolio sui prodotti caseari, vietando a imprenditori di lavorare sul territorio e obbligando i supermercati a rifornirsi da una persona da loro indicata.

Il monopolio delle mozzarelle gestito dalla camorra

Dalle intercettazioni emerge che il clan Sautto, attraverso suoi emissari, aveva minacciato supermercati e salumerie di Caivano imponendo la fornitura di prodotti caseari esclusivamente da un fornitore, per ora non identificato, che si era accordato direttamente con Nicola Sautto. Vittima di questa imposizione era stato anche un imprenditore di Crispano, paese ai confini con Caivano, che però si era rifiutato dicendo che la sua zona di lavoro ricadeva sotto la competenza di un altro gruppo di camorra, quello di tale "Francuccio", e che a lui si sarebbe rivolto per continuare a lavorare.

La circostanza è captata in un dialogo tra quattro persone, tra cui Antonio Della Ratta, individuato dagli inquirenti come referente sul territorio per le estorsioni. Uno degli emissari precisa che l'imprenditore ha aperto un punto vendita a Crispano e uno a Caivano, e a quel punto parte una discussione sui confini, per capire se il negozio si trovi effettivamente a Caivano, e quindi se il clan "avesse titolo" per imporre l'estorsione, o se invece ricadesse nel territorio controllato da un altro clan. Alla fine il clan lascia stare: il caseificio si trova a Crispano, quindi è zona del clan Pezzella, guidato da Francesco Pezzella: "A noi interessa solo Caivano", conclude Nicola Sautto.

Il blitz nel Parco Verde di Caivano

Il blitz è partito all'alba di martedì, 12 novembre. Circa 200 carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna hanno assediato il Parco Verde, roccaforte del clan e tra le piazze di spaccio più grandi d'Europa. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli e condotte dal Nucleo Investigativo del gruppo di Castello di Cisterna, hanno ricostruito i ruoli dell'organizzazione che dettava legge nel Parco Verde e a Caivano, accertando estorsioni e spaccio di stupefacenti. L'ordinanza è stata eseguita nei confronti di 17 persone, tutte ritenute legate al clan Sautto-Ciccarelli: Domenico Ciccarelli, classe '70; Francesco Cordua, classe '84; Antonio Della Ratta, classe '61; Emanuele De Simone, classe '84; Luigi Ferraiuolo, classe '59; Cristoforo Iuorio, classe '80; Pietro Iuorio, classe '90; Vincenzo Iuorio, classe '86; Ciro Lo Bascio, classe '84; Alfonso Mauro, classe '71; Diego Mirti, dell'84; Nicola Sautto, del '70; Salvatore Sautto, dell'80; Benedetto Sgambati, del'70; Emanuele Sorio, del '92; Antimo Rolando Vasapollo, classe '57.

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