Calunniò l’ex capo della mobile Vittorio Pisani: condannato in appello il boss pentito Lo Russo
La Corte d'Appello di Napoli ha condannato a tre anni e sei mesi Salvatore Lo Russo, ex boss del clan dei "Capitoni" di Miano e oggi collaboratore di giustizia. L'accusa è di aver calunniato Vittorio Pisani, "super poliziotto" impegnato in importanti indagini contro la camorra ed ex capo della squadra mobile di Napoli. La sentenza della Corte d'Appello, riportata dal quotidiano "Il Mattino", conferma quanto era già stato deciso in primo grado dal tribunale di Benevento un anno e mezzo fa: Lo Russo calunniò Pisani affermando di avergli versato del denaro in cambio di una sorta di "protezione" per la cosca di Miano da lui capeggiata.
Pisani era già stato assolto da altre accuse: nel 2016 è stato promosso
Il catanzarese Pisani, che già in passato era stato coinvolto in una vicenda giudiziaria da cui era stato assolto (era stato rinviato a giudizio con le accuse di abuso d'ufficio e favoreggiamento), ottiene dunque per la seconda volta giustizia. Nel febbraio del 2016 il super poliziotto era stato promosso dirigente superiore della polizia di Stato, una sorta di riconoscimento (e di risarcimento) per il suo impegno contro la criminalità organizzata (a lui si deve la cattura del boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria) e per le odissee processuali da cui è uscito sempre pulito. L'accusa dell'ex boss Lo Russo era infamante: aver ricevuto in più tranche 160mila euro tra il 2005 e il 2007, in cambio di un trattamento di favore per il clan. Nel 2011, dopo essere venuto a conoscenza delle accuse (ed essere stato anche destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare), Pisani assistito dall'avvocato Vanni Cerino aveva sporto querela nei confronti di Lo Russo. I primi due gradi di giudizio hanno dato ragione a Pisani, che dopo aver dovuto lasciare la squadra mobile di Napoli proprio in seguito alle sue vicende processuali ora lavora alla Direzione centrale immigrazione della Polizia.