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Camorra al Comune di Quarto: le contraddizioni del sindaco M5S Rosa Capuozzo

Nelle carte dell’inchiesta sulle infiltrazioni malavitose nel Comune di Quarto, guidato dal M5S, il sindaco Rosa Capuozzo fornisce due versioni diverse rispetto alle pressioni ricevute dal consigliere comunale grillino Giovanni De Robbio. Indagati anche un ex consigliere ed assessore comunale del Partito Democratico e l’imprenditore delle pompe funebri Cesarano, lo stesso che organizzò il funerale di Vittorio Casamonica.
A cura di Antonio Musella
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Il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo col deputato M5S Roberto Fico
Il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo col deputato M5S Roberto Fico

L'assessore glielo diamo noi, e questo assessore ci deve dare quello che noi ci abbiamo detto che ci deve dare”. A parlare così è la Giacomo Luigi Cesarano, figlio di Alfonso Cesarano, imprenditore delle pompe funebri, lo stesso che ha fornito carrozza e cavalli per il funerale di Vittorio Casamonica. Parole che nascono in virtù di un “accordo elettorale” col consigliere comunale di Quarto del Movimento Cinque Stelle (poi espulso) Giovanni De Robbio. De Robbio è stato il più votato alle Amministrative che hanno portato alla vittoria nel comune flegreo  il candidato sindaco grillino Rosa Capuozzo. Ma Quarto, primo comune pentastellato della Campania, ha anche un altro primato: è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche per due volte. Le carte dell'inchiesta coordinata dal pm Henry John Woodcock sul voto di scambio camorristico e su presunti ricatti al sindaco del M5S dipingono un quadro nient'affatto che rassicurante. Le intercettazioni riportate da Il Fatto Quotidiano il 23 dicembre scorso, lasciano poco spazio a dubbi: «Adesso si devono portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di 80 anni si devono portare là sopra e devono mettere la X sul Movimento Cinque Stelle che è la cosa fondamentale…perché se non sale il M5S con la maggioranza teniamo sempre il problema…». A parlare in questo modo, prima del ballottaggio al Comune, è Giacomo Cesarano (che non è indagato); la sua famiglia è ritenuta dagli investigatori vicina al clan Polverino, egemone nel comune flegreo.

Dopo essere stato eletto in consiglio comunale De Robbio, secondo gli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, avrebbe tentato un'estorsione nei confronti del sindaco Rosa Capuozzo per ottenere posti di lavoro per l'esponente del Pd ed imprenditore Mario Ferro, (anche lui indagato), per ottenere la nomina del geometra Giulio Intemerato a consulente del Comune per i condoni edilizi e, infine, per affidare la gestione dello stadio cittadino ad imprenditori a lui vicini. La Capuozzo avrebbe respinto ogni richiesta e spiega la sua versione in due deposizioni, il 21 ed il 22 dicembre. Due versioni, però, molto diverse tra loro.

"Ho paura di De Robbio": le due versioni di Capuozzo

«Ammetto di avere paura di De Robbio, ho paura che possa arrivare alle mani»: così il sindaco di Quarto nella sua ultima deposizione davanti agli inquirenti il 22 dicembre scorso. Si tratta della seconda dichiarazione; la prima era stata resa appena 24 ore prima, il 21 dicembre, sempre ai carabinieri di Pozzuoli. La prima volta Rosa Capuozzo dichiarava: «Agli inizi di ottobre, al mio ritorno da Bruxelles, De Robbio venne a casa mia, mi mostrò una foto aerea non molto chiara di casa mia sul suo cellulare. Lo stesso mi disse che c'era un problema urbanistico riguardante la mia abitazione, ma che dovevo stare tranquilla perché dovevo essere meno aggressiva con il territorio». Una seconda volta, il consigliere De Robbio si sarebbe presentato nell'ufficio del primo cittadino. Racconta sempre il sindaco M5S: «Mi disse che il geometra che lo accompagnava, aveva la foto aerea nella sua cassaforte. Mi spiegò che era una persona molto capace e che poteva essere incaricato della gestione amministrativa dei condoni edilizi per mezzo di una consulenza esterna». Il geometra in compagnia di De Robbio è Giulio Intemerato, indagato.

Il tentativo di estorsione, secondo Woodcock, sarebbe nella richiesta della nomina a consulente per Intemerato, in cambio della quale De Robbio avrebbe fatto chiudere un occhio sul presunto abuso edilizio in una proprietà del sindaco Capuozzo. Il 21 dicembre il sindaco conclude la sua deposizione con queste parole: «Preciso che sebbene abbia riferito queste parole non fece alcuna pressione, né ci fu alcun collegamento diretto da parte sua delle due questioni, ovvero del possesso delle foto di casa mia da parte del geometra e del relativo incarico da assegnare a questi come consulente».

Insomma Capuozzo non vedeva il ricatto, né si sentiva vittima di estorsione. Ma appena 24 ore dopo, la stessa persona cambiava idea: «Il De Robbio pretendeva che io lo coinvolgessi nelle scelte dei capo settori e degli Assessori, nel senso che lui non condivideva il fatto che la scelta dei suddetti fosse stata fatta da me in via esclusiva, per giunta individuando persone estranee al territorio di Quarto. Inoltre, lui pretendeva di essere coinvolto nella predisposizione del Piano Urbanistico Regolatore che per il Comune di Quarto è fondamentale perché non viene fatto dal 1988».

Nomine di assessori, Piano regolatore: dopo 24 ore il primo cittadino pentastellato sembra avere una visione molto più precisa dei cinque mesi di rapporto politico con il consigliere. Ed è in queste seconda deposizione che compaiono le parole "ricatto" ed "intimidazione". "De Robbio facendomi vedere le foto della casa di mio marito intendeva “controllarmi”, in questo senso anche io stessa ho usato il termine “ricatto " – aggiunge – la terza volta in cui il De Robbio mi ha fatto vedere le suddette foto ho percepito fino in fondo la sua intimidazione, ed era davvero esasperata".

Ma alle telecamere di Fanpage.it il 30 dicembre (appena otto giorni dopo la seconda deposizione) sostiene di non aver mai ricevuto minacce e di non essersi sentita vittima di estorsione. Un quadro che somiglia di più alle dichiarazioni rese il 21 dicembre. Quale sarà la versione giusta?

Indagato l'ex assessore del Pd Mario Ferro

L'inchiesta, oltre ad Alfonso Cesarano, Giovanni De Robbio e Giulio Intemerato coinvolge anche Mario Ferro, ex consigliere comunale del Partito Democratico che ha svolto anche il ruolo di Assessore del Comune di Quarto dal 2007 al 2011 durante il periodo di governo municipale del Partito Democratico. Ecco cosa dice agli inquirenti il sindaco Rosa Capuozzo il 22 dicembre scorso: «A proposito dei rapporti tra il De Robbio e Mario Ferro, voglio aggiungere che il De Robbio pretendeva che io assumessi il figlio del Ferro al cimitero, nel senso che si era impegnato con il Ferro a far assumere il figlio presso il Cimitero Comunale di Quarto». Continua: «Voglio ancora aggiungere che il De Robbio pretendeva di presentarmi degli imprenditori cui affidare la gestione del campo di calcio di Quarto, mentre come ho già detto, io ho optato per la gestione diretta dello Stadio da parte del Comune; tuttavia io gli risposi che non volevo conoscere alcun imprenditore e non volli sapere neppure i nomi degli stessi». Dunque l'intreccio si complica: in gioco entrerebbe la gestione dello stadio che, come ribadisce la Capuozzo anche a Fanpage.it, l'amministrazione comunale vuole mantenere pubblica. Ma l'ex esponente del Pd locale viene nominato anche nelle intercettazioni: «Ha chiamato Mario Ferro e me l’ha detto… ha preso 927 voti… ci siamo messi con chi vince capito, quella è stata la cosa importante… votiamo a questo, a quello, ma per fare cosa dopo? Per prenderlo nel c…?».

A parlare è ancora Giacomo Cesarano. Continua: «Mario Ferro non sta con quelli di Cinque Stelle, Mario Ferro stava con il Pd però questo De Robbio noi abbiamo fatto l’accordo con lui e capito… Ci siamo seduti al tavolo, papà (Alfonso Cesarano ndr.), Mario Ferro, De Robbio si sono seduti hanno parlato hanno chiacchierato, hanno concordato diciamo delle cose loro, hanno parlato di tutte le cose e noi gli abbiamo detto che gli avremmo dato una mano…».

Gaia Bozza, Antonio Musella

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