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Camorra, arrestano i parenti: a 16 anni prende in mano gli affari criminali della famiglia

Un ragazzino di 16 anni è finito in una comunità perché diventato, dopo l’arresto di padre e zio, esecutore degli affari criminali della famiglia. Legato al clan Belforte di Marcianise, il ragazzo aveva preso in mano la richiesta del pizzo e la riscossione delle rate dell’usura per conto della sua famiglia.
A cura di An. Mar.
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Sembra una delle storie rese note dalla popolare serie televisiva Gomorra, eppure la storia del ragazzino fermato dai carabinieri a Caserta per il suo coinvolgimento con la camorra locale, è tristemente vera. Ha preso le redini degli affari dopo l'arresto dei capifamiglia. C.L., 16 anni, poco più che adolescente, è finito in comunità per estorsione e usura con l'aggravante del metodo mafioso. Dopo l'arresto dello zio e del padre, finiti in manette per associazione di tipo mafioso, essendo ritenuti affiliati a clan di camorra Belforte di Marcianise ha cominciato a gestire gli affari di famiglia. Suo padre –  arrestato ad aprile scorso per estorsione all'azienda incaricata dei lavori per la fibra ottica – e suo zio sono ritenuti dagli investigatori esponenti di rilievo della consorteria criminale casertana tanto che lo zio, è ritenuto dalla Dda di Napoli il riferimento del clan a Maddaloni.

Le indagini della Procura della Repubblica e dei carabinieri di Maddaloni, guidati dal capitano Pasquale Puca, hanno dimostrato come, dopo l'arresto del padre il ragazzo avesse proseguito nelle attività illecite della famiglia insieme a un altro zio, finito agli arresti domiciliari. Il ragazzo faceva da esattore, riscuotendo presso commercianti e imprenditori il "pizzo" mensile e la rata dell'usura.

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