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Camorra, clan Casella di Poggioreale: 14 arresti contro gli ex Sarno

I carabinieri hanno arrestato 14 persone appartenenti al clan Casella di Poggioreale. Sono ritenute a vario titolo indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio, possesso di documenti di identità falsi, lesioni aggravate, reati cui si aggiunge l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
A cura di Alessia Rabbai
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All'alba di oggi, lunedì 8 ottobre, tra Napoli e provincia, i carabinieri della compagnia di Napoli Poggioreale hanno dato esecuzione a misure cautelari per 14 persone ritenute a vario titolo indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio, possesso di documenti di identità falsi, lesioni aggravate, reati cui si aggiunge l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Il provvedimento emesso dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia prevede 13 arresti in carcere e uno ai domiciliari. Si tratta di persone ritenute vicine al clan Casella di Poggioreale, ex branca del clan Sarno.

Le indagini

Le indagini sono partite dall’omicidio di Gianluca Cardicelli consumatosi in via Franciosa la sera del 9 gennaio 2017. Attraverso attività tecniche classiche di investigazione i cui esiti sono stati avvalorati anche dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno permesso di raccogliere "gravi indizi sull’appartenenza degli indagati a una complessa associazione a delinquere di tipo mafioso operativa in quel rione e denominata Casella”, gruppo caratterizzato dalla "forte impronta familistica".

Traffico di droga e rapine

In capo al clan tre fratelli i quali, attraverso una struttura molto definita tra ruoli e funzioni, gestivano il traffico e la vendita di droga nel quartiere, controllando le piazze di spaccio. Le zone erano sorvegliate militarmente, con telecamere, vedete e bande armate. I guadagni provenienti dal traffico illecito, insieme a quelli provenienti da estorsioni e rapine, venivano raccolti in una cassa comune utilizzata per il pagamento degli ‘stipendi' agli associati e per il sostegno economico alle famiglie degli arrestati.

Sequestri

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 2 chilogrammi di procaina, sostanze da taglio e materiale utile alla pesatura e al confezionamento della droga, oltre a diversi proiettili per pistola di vario calibro, e passamontagna, che venivano utilizzati per nascondere la propria identità durante le rapine.

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