Camorra, confiscati 16 milioni a imprenditore, anche alla Villa delle Ninfee a Pozzuoli
Per gli investigatori Bruno Potenza è un imprenditore vicino alla criminalità organizzata, in particolare al clan Lo Russo di Miano, i cosiddetti Capitoni, smembrati da una serie di inchieste ma ancora attivi sul territorio e soprattutto detentori di enormi capitali. Un'idea condivisa dal Tribunale di Napoli, sezione misure di prevenzione, che ha dato mandato al Centro Operativo della Dia di confiscare 16 milioni di beni già messi sotto sequestro preventivo all'imprenditore figlio di un noto contrabbandiere napoletano. La disposizione di confisca eseguita questa mattina riguarda 11 immobili, tre automobili, un barca, 23 rapporti finanziari.
Tra i beni sequestrati c'è anche la nota Villa delle Ninfe di Pozzuoli, ambita location di lusso per matrimoni e ricevimenti. Le indagini sono state condotte anche grazie a una rogatoria in Svizzera. Il sequestro, avvenuto il 3 aprile del 2017, aveva riguardato anche beni riconducibili al fratello e alla sorella dell'imprenditore, tra cui un noto ristorante nel centro di Milano.
Nel 2011 la Dia di Napoli trovò 8 milioni di euro in contanti nascosti in casa dei Potenza, celati dietro le intercapedini dei muri in nascondigli appositamente ricavati. Una cifra assolutamente sproporzionata rispetto alle capacità di profitto delle loro attività imprenditoriali. Le successive indagini hanno portato a una condanna per usura, estorsione e riciclaggio di denaro e beni in Italia e all'estero.