Camorra, crivellata di colpi l’auto del boss Di Biase. È giallo sulla sua scomparsa
Ancora troppe ombre sulla scomparsa di Michele Di Biase, reggente del clan di camorra dei Mallardo di Giugliano scomparso lo scorso 2 ottobre e la cui auto insanguinata è stata ritrovata a Napoli. Sullo sfondo della recente sparizione del boss, potrebbe esserci, nelle ipotesi degli investigatori, un regolamento di conti all'interno del cartello camorristico della cosiddetta "Alleanza di Secondigliano" di cui fa parte il clan Mallardo. La sua auto è stata rinvenuta sabato in stato di abbandono, crivellata di colpi d'arma da fuoco e sporca di sangue, mentre del pregiudicato non c'e traccia. La squadra mobile della Questura di Napoli sta coordinando le indagini e sembra avvalorare l'ipotesi dell'omicidio di Di Biase, sebbene la stessa famiglia non collabori e non abbia neanche sporto denuncia di scomparsa fino alla giornata di domenica. Risposte più precise dovrebbero arrivare dalle analisi della polizia scientifica che proverà a stabilire, attraverso gli esami del dna, se il sangue rinvenuto nella Fiat Panda appartiene a Di Biase.
Il mistero di camorra si infittisce: anche il figlio di Michele Di Biase sembra sparito nel nulla. Secondo gli inquirenti già da diverse settimane Di Biase junior si sarebbe dato alla macchia. La Fiat Panda di proprietà del boss, con numerosi fori di proiettili e macchie di sangue, era stata ritrovata a Napoli nel quartiere Arenaccia da sempre roccaforte del clan Contini. Il presunto omicidio di Di Biase potrebbe essere ascritto ad un regolamento di conti all'interno del cartello criminale dell'Alleanza di Secondigliano di cui fanno parte oltre ai Contini ed i Mallardo, anche i Licciardi di Miano ed i Tolomelli del rione Stella. Nel giugno scorso i Carabinieri interruppero un summit di camorra proprio a Giugliano traendo in arresto diverse persone tra cui esponenti dei clan Mallardo, Contini e Tolomelli. Il cartello criminale dell'Alleanza di Secondigliano, storico sodalizio camorristico dell'area nord di Napoli era stata posto ai margini dell'influenza criminale negli anni duemila, dopo un periodo di egemonia negli anni novanta. Nella famigerata guerra di camorra tra i Di Lauro e gli Scissionisti tra Secondigliano e Scampia, i clan del cartello rimasero neutrali. Le recenti attività criminali e l'intensificazione delle indagini delle forze dell'ordine dimostrano come l'Alleanza di Secondigliano si sia riorganizzata.