Camorra, fedelissimo del clan ucciso perché malato di Aids: poteva contagiare il boss
Ucciso perché, malato di Aids, avrebbe potuto contagiare il boss. La vittima è Ferdinando Brodella, esponente del clan La Torre di Mondragone e fedelissimo del boss Augusto La Torre. Ma la sua fedeltà non è bastata ad evitargli la morte: l'uomo era malato di Aids e frequentava donne del clan nonostante questa sua malattia. E così facendo rischiava di contagiare, attraverso queste donne, il boss stesso. Da qui la sentenza di morte: Ferdinando Brodella fu assassinato a 33 anni nel febbraio del 1993 a colpi di pistola all'interno della Masseria di Salvatore Verolla, detto Totore ‘a Ruspa e considerato un affiliato al clan detto "dei muzzoni" di Sessa Aurunca.
Quest'oggi, a distanza di 26 anni da quel giorno, è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Mario Esposito, oggi sessantenne e già detenuto a Milano, ritenuto essere il capo del clan Esposito stesso attivo tra Sessa Aurunca, il litoral domizio ed il basso Lazio. Sarebbe stato lui, secondo diversi collaboratori di giustizia ad aver ucciso Ferdinando Brodella, giudicato "pericoloso" dal clan perché nonostante consapevole di avere l'Aids continuava a frequentare donne del clan che frequentava anche il boss Augusto La Torre, rischiando così di far arrivare anche a lui il contagio. Sarebbe stato proprio il boss, secondo gli inquirenti, a ordinare il delitto del suo "fedelissimo". Esposito, già detenuto come detto a Milano, deve rispondere ora dei reati di omicidio premeditato, detenzione illegale di armi e distruzione di cadavere, aggravati dall'aver commesso il fatto al fine di agevolare un clan camorristico.