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Camorra: in cella per omicidio, si laurea con una tesi sul calcio Napoli

Gennaro Barnoffi, ex affiliato al clan Giuliano e oggi dottore in Sociologia, sconta una condanna per omicidio nel carcere di Rossano Calabro. È autore di una tesi sulla storia della Società Sportiva Calcio Napoli: “Questa esperienza di studio sta cambiando la mia vita, lo sport può aiuta a veicolare il valori della legalità”.
A cura di An. Mar.
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Nato nei vicoli di Forcella, affiliato al clan Giuliano, la sua sembra una storia già scritta: piccoli crimini, intimidazioni e agguati. Non soccombe alla pistola dei rivali ma finisce in carcere. Per omicidio. Sconta la condanna per l'uccisione di un vigilante nei pressi della facoltà di Scienze della Federico II e successivamente accusato della morte dell'avvocato penalista napoletano Anyo Arcella. Anche questa sembra una storia già scritta e invece è proprio in carcere che qualcosa cambia per  per Gennaro Barnoffi, oggi dottore in Sociologia, fresco di laurea. Barnoffi ha discusso da poco la sua tesi «Una squadra una città: breve storia della Società Sportiva Calcio Napoli» di fronte alla commissione dell’Università della Calabria ad Arcavacata di Rende, in provincia di Cosenza. È uscito dal carcere dove è detenuto  a Rossano Calabro, per il gran giorno, per illustrare quello che non è un semplice elaborato accademico, ma una storia personale, fatta di riscatto e sacrificio.

Proprio l'impegno nel progetto di una tesi su Napoli ha mitigato la durezza del regime carceraio, trasformando la detenzione in un periodo "sabbatico" di studio. Il risultato è nelle 65 pagine di ricerche e studi. "Accanto a tanti aspetti criticabili di Napoli, come quelli legati alla propensione per la truffa, alle subculture delle associazioni camorriste, esistono tanti aspetti positivi, tante prelibatezze di Napoli, come la mozzarella di bufala, la pizza, il ragù della domenica, il caffè e soprattutto il calcio come sport. In questo contesto l’amore per il calcio assume toni più rilevanti che altrove», ha scritto Gennaro."Ho deciso di trattare questo argomento – scrive ancora Barnoffi  – perché questa esperienza di studio sta cambiando la mia vita e ho capito che spesso lo sport può aiutare a veicolare valori positivi come il senso della legalità e l’annullamento delle diseguaglianze sociali. Il secondo motivo è approfondire uno degli aspetti positivi di Napoli, la mia città, riscattandola dalle tante caratterizzazioni negative che spesso le vengono attribuite".

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