Campania: il Pd perdona i sindaci “furbetti”, ma non quelli sotto processo
Per i sindaci furbetti c'è stato perdono, ma non per quelli sotto inchiesta. Il Pd nazionale ha dettato la linea e e dopo alcune resistenze e la promessa di dare battaglia, il sindaco di Agropoli (Salerno) Franco Alfieri, rinviato a giudizio per corruzione aggravata nell'ambito dell'inchiesta "Due Torri", si è arreso e non parteciperà alla competizione elettorale per un posto in Regione Campania. La decisione è arrivata su indicazione del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, che durante l'assemblea regionale di domenica scorsa avrebbe inviato alla segretaria regionale Assunta Tartaglione un messaggio inequivocabile: "Se passano i due sindaci sotto processo io mi dimetto". L'altro, che ancora non si è rassegnato, è Dionigi Magliulo, sindaco di Villa Di Briano (Caserta): i suoi supporters si sono organizzati in presidio sotto la sede regionale del partito e la sua pratica è sospesa. A convincere Alfieri a battere in ritirata sarebbe stato un faccia a faccia con il candidato presidente del Pd, Vincenzo De Luca.
Ma il primo cittadino di Agropoli, sindaco di lungo corso, chiamato da molti "il santissimo" e con un ampio consenso personale, era anche nel novero dei sindaci "furbetti". Cioè quelli che per aggirare la legge che impedisce ai sindaci in carica di candidarsi, si sono inventati multe e cause contro l'amministrazione che dirigono per farsi decadere ed evitare, in questo modo, di rassegnare le dimissioni. In particolare, il sindaco di Giffoni (Salerno) Russomando ha fatto causa al sindaco Russomando per una buca che gli avrebbe rovinato l'auto; il sindaco di Agropoli (Salerno) Alfieri ha fatto causa al sindaco Alfieri dopo essersi fatto multare; e la stessa cosa il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Capasso, ma con suspance, perché il capo dell'opposizione era corso a pagargliela a sua insaputa.
Al Pd nazionale si sono arrabbiati anche per questo, ma i sindaci con il trucco l'hanno spuntata ad eccezione di Alfieri, tagliato fuori a causa dell'inchiesta. Gli altri tre (Capasso, Russomando e Tommaso Amabile, sindaco di Fisciano) sembra siano stati "perdonati", anche se bisognerà attendere il 1 Maggio per l'ufficialità. Fanpage.it è andato a sentire la versione dei sindaci e a consegnare loro anche una simbolica "multa".