Campi Flegrei, definite le zone di rischio nel caso di eruzioni di “taglia media”
A dirlo è orami anche il piano di emergenza in caso di eruzione dei Campi Flegrei: tutta Napoli sarebbe interessata dal fenomeno. Dopo la definizione delle zone rosse, quelle per le quali il piano di emergenza prevede evacuazione immediata, sono state riconosciute anche le zone gialle, ossia quelle aree della città interessate direttamente da un'eventuale eruzione, ma per le quali è probabile che il fenomeno non rappresenti un pericolo di vita immediato. Ebbene, nelle aree gialle rientrano praticamente tutti i quartieri di Napoli. La zona rossa comprende Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, parte di Marano e una piccola zona di Giugliano e molti quartieri di Napoli: Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Posillipo, Chiaia, una parte di Arenella, Vomero e poche zone di Chiaiano e San Ferdinando. In totale 550.000 abitanti. A loro si aggiungono i cittadini che abitano nella zona gialla.
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L'incontro tra la giunta della Regione Campania ed il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha portato alla ratifica del piano della zona gialla dei Campi Flegrei, che comprende i restanti quartieri della città di Napoli (quelli non inseriti nella zona rossa) e sei comuni dell'hinterland occidentale (Calvizzano, Casavatore, parte di Marano, Melito, Mugnano, Villaricca). L'ipotesi di partenza utile ad individuare le zone del pericolo si basa su una simulazione di un fenomeno "di taglia media da una bocca eruttiva in qualunque posizione all’interno della caldera flegrea – spiega l'assessore regionale alla Protezione civile, Edoardo Cosenza – con altezza della colonna eruttiva pari a 12 chilometri".
"La Zona Gialla è quella che include – spiega ancora l'assessore – le aree in cui vi è una probabilità del 5% che vi sia un carico di cenere ‘asciutta' superiore a 300 kg/mq, nel caso in cui si verifichi l’eruzione scelta di scenario". Saranno le autorità locali dei comuni stessi a valutare la presenza o meno di un rischio per le strutture della zona. In particolare, bisognerà considerare il rischio che il carico aggiuntivo rappresentato dalla cenere non possa portare al cedimento dei tetti. Non solo, i Comuni dovrebbero adottare misure contenute nei Piani di emergenza e nei Piani Urbanistici comunali nel caso in cui la cenere porti all'intasamento delle fognature, alla difficoltà di circolazione del traffico e all'interruzione delle linee elettriche e di comunicazione.