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Cani e gatti vanno soppressi in caso di eruzione del Vesuvio: è polemica

Fa discutere il punto del Piano Vesuvio della Regione Campania che prevede, nella zona rossa, in caso di impossibilità di evacuazione, di sopprimere gli animali da compagnia.
A cura di Valerio Papadia
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Nel Piano Vesuvio della Regione Campania c'è un punto che fa particolarmente discutere: nella zona rossa – quella esposta a maggiori rischi – in caso di emergenza, se ci si dovesse trovare nell'impossibilità di procedere all'evacuazione, il piano prevede la soppressione di eventuali animali cosiddetti da compagnia, ovvero cani e gatti – ma non solo – purché vivano in condizioni di randagismo. La disposizione ha fatto infuriare non solo i normali cittadini, ma anche, e soprattutto, le associazioni che si dedicano alla protezione animale.

Rinaldo Sidoli, del Movimento Animalista, commenta così: "Nel ‘Manuale operativo regionale per la gestione delle emergenze veterinarie in sanità pubblica e in sicurezza alimentare', approvato con Decreto Dirigenziale della Regione Campania n. 393 in data del 30/12/2016 e pubblicato sul BURC n. 3 del 9 gennaio 2017, al punto 7.6.2, si legge che sarà possibile uccidere i cani e i gatti randagi in zona rossa. Una decisione completamente in contrasto con la Legge nazionale e regionale in materia di tutela degli animali. È fuori dal sistema. Chiediamo l'immediata eliminazione di questa disposizione perché contravviene alla Legge 14 agosto 1991, n. 281., che all'art. 2, comma 2 recita: ‘I cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso le strutture di cui al comma 1 dell'articolo 4, non possono essere soppressi'. L'uccisione dei nostri amici animali non potrà mai essere una soluzione accettabile, neanche nel bel mezzo di un'emergenza".

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