Cannabis sotto sequestro, il negoziante si incatena in strada: “Non vendo droghe dannose”

Il gestore di un negozio di cannabis light si è incatenato all'ingresso dopo che le forze dell'ordine glielo avevano sequestrato. E' successo a Caserta: il proprietario, Virgilio Gesmundo, ventisettenne del posto, ha deciso di pubblicare sui social le foto della sua protesta. Gesmundo, infatti, è il titolare e gestore del Green Planet Grow Shop, negozio di cannabis light e prodotti per la coltivazione della canapa, che è stato posto sotto sequestro da parte delle forze dell'ordine dopo che, lo scorso 31 maggio, una sentenza della Corte di Cassazione ha dichiarato fuorilegge la vendita della cannabis con effetto drogante. Proprio dopo questa sentenza, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha emanato un provvedimento di chiusura per tre negozi complessivi della provincia casertana: tra cui, quello di Virgilio Gesmundo.
"Gilet giallo, mi sento più francese che italiano", ha detto Virgilio Gesmundo stesso, "il Green Planet Grow Shop Caserta sequestrato ma operativo! Io resto qua! Grazie per il supporto!", ha quindi aggiunto prima di incatenarsi davanti all'ingresso del suo negozio che, sottolinea, ha aperto "con grandi sacrifici". Lo stesso Gesmundo, che ha anche presentato ricorso contro il decreto d'urgenza emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha poi spiegato di volere sapere i motivi per i quali è scattato il sequestro visto che "droghe davvero dannose vengono vendute quotidianamente in tutte le piazze di spaccio note a magistratura e forze dell'ordine". Effettivamente, la polemica divampa ormai da giorni: tecnicamente, la sentenza non ha dichiarato fuorilegge la cannabis "tout court", ma solo quella con effetto drogante. Eppure, i controlli stanno portando a sequestri e chiusure un po' ovunque, creando non pochi disagi a chi, nel 2015, aveva deciso di intraprendere questa attività imprenditoriale.