Cantone, Tiziana raccontata dalla madre a due anni dal suicidio: “Era dolce e tenera, hanno approfittato di lei”
"L'ultimo ricordo felice di Tiziana? Al ritorno dalla nostra vacanza in Sardegna disse: è stata una luna di miele, sono felice. Ho riscoperto il rapporto con mia madre e ora tutto quello che voglio è stare con lei". Con la voce rotta di emozione mamma Teresa ha ricordato la figlia Tiziana Cantone ai microfoni di Fanpage.it. nel giorno dell'anniversario della sua morte. La bella 31enne napoletana divenuta nota alle cronache come protagonista di alcuni video privati finiti al centro dell'ironia del web si è tolta la vita impiccandosi nella cantinetta della villa di famiglia a Mugnano esattamente due anni fa, il 13 settembre 2016, dopo 17mesi di stalking virtuale, meme, parodie e un provvedimento del tribunale che condannava lei a pagare le spese processuali (circa 20mila euro) per i social network che hanno diffuso le sue immagini private.
Uno stupro di identità conclusosi nel più tragico dei modi, dopo la disattesa richiesta di oblio. Pur avendo cambiato cognome Tiziana non poteva più uscire senza essere riconosciuta, fotografata, importunata o addirittura minacciata. Con un libro in uscita ‘Tiziana Cantone, mia figlia', dopo la morte della figlia, Maria Teresa Giglio si è data una sola missione: dare giustizia a Tiziana. "Sopravvivo solo per quello. Le persone coinvolte devono risponderne e sono molte. Non c'è solo Sergio Di Palo (l'allora compagno di Tiziana che la incoraggiò a girare i video dove si mostrava con altri uomini, ndr) ci sono anche altre persone: perché non si è indagato su di loro?"
La terribile ipotesi della mamma di Tiziana è che la ragazza che stava attraversando un momento di vulnerabilità della sua vita possa essere stata indotta a fare cose che non avrebbe voluto. "Tiziana aveva problemi del comportamento alimentare, era fragile, la mia paura è che abbiano approfittato di lei". Mentre si avvicina la data del processo a carico di Sergio Di Palo, l'ex compagno di Tiziana rinviato a giudizio per accesso abusivo al sistema informatico, simulazione di reato e diffamazione, è ormai caduta la pista dell'istigazione al suicidio, per cui la Procura di Napoli indagava contro ignoti. "Io non mi arrendo – commenta Maria Teresa – se mia figlia avesse voluto uccidersi lo avrebbe fatto molto prima. Sono convinta che è stata indotta".