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Caos in Venezuela, coppia casertana bloccata nel paese sudamericano con il figlio neonato

Il caos politico in Venezuela, uno dei paesi con le maggiori riserve di petrolio del mondo, ha travolto anche una coppia di Caserta: il piccolo, nato nel paese sudamericano proprio in questi giorni, non riesce ad avere il passaporto, e non può lasciare il paese, sempre più sull’orlo della guerra civile.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La coppia attualmente bloccata in Venezuela con il figlio appena nato. [Foto / Facebook]
La coppia attualmente bloccata in Venezuela con il figlio appena nato. [Foto / Facebook]

Il Venezuela è nel caos, ed ora la sua situazione politica inizia a farsi sentire anche nella nutrita comunità italiana che vive nel paese che, del resto, porta il nome di "piccola Venezia". In particolare, per una famiglia casertana composta da due persone ed un bambino piccolo, la vicenda dell'instabilità politica nel paese sudamericano, ricco di petrolio, sta compromettendo il rientro in Italia.

Si tratta di Alfonso e Monica Francesca: lui, originario del Casertano e lei originaria invece del paese sudamericano. Con loro anche il piccolo che è nato proprio in Venezuela e che, nel caos di questi giorni, non riesce ad ottenere il passaporto. E dunque, non può lasciare il paese, con i genitori preoccupatissimi visto che la situazione politica nazionale rischia di trasformarsi da un momento all'altro in una vera e propria guerra civile. Alfonso, casertano, aveva conosciuto Monica Francesca su Facebook qualche anno fa: poi si sono innamorati, e dal loro amore è nato qualche giorno fa il piccolo. La madre di lei, però, voleva che nascesse nel paese sudamericano, ed i due ragazzi hanno acconsentito.

Ma proprio mentre il piccolo veniva al mondo, la situazione è precipitata. I due si trovano sull'Isola Margarita, la più grande delle isole di Nueva Esparta, uno degli stati che compone la Repubblica Federale del Venezuela, a quaranta chilometri dalla terraferma. Le ingerenze politiche degli Stati Uniti d'America da una parte e quelle di altri stati europei e non dall'altra, hanno trasformato il paese, che come detto possiede grossi giacimenti di petrolio, in una polveriera. Il piccolo, nato così in questi giorni di caos, non riesce ad avere un passaporto ed, al momento, non può lasciare il paese. E quel che è peggio, ora la miseria che sta colpendo il paese sull'orlo di una guerra civile, mette in pericolo anche loro: inizia a diventare difficile il procurarsi cibo, stesso discorso per il latte stesso. E al momento, dalle autorità, nulla lascia pensare ad una soluzione rapida del caso.

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