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Capodichino, latitante dal 2012 arrestato al rientro dall’Albania

L’uomo era ricercato da quasi sei anni per furto aggravato in abitazione, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Nel 2012, al momento dell’arresto, era riuscito ad aggredire i carabinieri e scappare, mentre il fratello era stato catturato. Scoperto con dei documenti falsi, per lui sono scattate le manette.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Fine della corsa per un latitante albanese che era appena arrivato all'aeroporto internazionale di Capodichino. L'uomo era ricercato dal maggio 2012 dai carabinieri, ma era riuscito a far perdere le sue tracce. Fino ad oggi, quando è stato catturato dai militari dopo alcuni controlli approfonditi subito dopo il suo arrivo a Napoli.

Si tratta di Eduart Vezi, 38enne albanese, su cui grava un'ordinanza di custodia cautelare emessa quasi sei anni fa dal Tribunale di Frosinone per furto aggravato in abitazione, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Nel maggio 2012, infatti, l'uomo commise un furto assieme al fratello in una casa della provincia di Frosinone, scappando poi con l'automobile delle vittime fino a Caivano, nel napoletano. Lì, in via Atellana (la lunga strada nella parte occidentale della città, che delimita anche il Rione Parco Verde) dove vivevano, nascosero la refurtiva: i carabinieri, al momento del blitz, ritrovarono tre quadri, quattro telefoni cellulari, milleduecento euro in contanti, numerosi pezzi di argenteria, orecchini, collane e bracciali.

All'epoca, i due fratelli furono notati in atteggiamento sospetto nei pressi del palazzo, e quando i carabinieri notarono l'automobile ricercata, li fermarono per un controllo: a quel punto, i due fratelli si scagliarono contro gli agenti, ma mentre uno dei due fu alla fine catturato, Eduart riuscì a divincolarsi ed a far perdere le proprie tracce. Quest'oggi per lui invece sono scattate le manette: l'uomo era appena rientrato dall'Albania con documenti falsi, ma è stato scoperto durante i controlli del personale. Allertati i carabinieri, è venuta fuori la vera identità dell'uomo, nonché il fatto che fosse latitante dal 2012. Dopo le formalità di rito, così, anche per lui si sono aperte le porte del carcere di Poggioreale dopo quasi sei anni di latitanza.

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