Carabiniere e vigilante uccisi sull’Asse Mediano: il pirata della strada andava a 150 all’ora
Sono ancora in corso le indagini per fare definitiva chiarezza sulla morte dell'appuntato scelto dei carabinieri Vincenzo Ottaviano e della guardia giurata Benigno De Gennaro, travolti sull'Asse Mediano, all'altezza di Pomigliano d'Arco, nella provincia di Napoli, la notte del 20 luglio scorso, insieme al vice brigadiere Attilio Picoco, che lotta ancora tra la vita e la morte. Per la morte del militare e del vigilante è indagato a piede libero, con l'accusa di omicidio colposo, un 26enne di Sant'Antimo, sempre nel Napoletano, alla guida dell'auto che ha travolto i tre, una Volkswagen Golf. Proprio sull'auto si stanno concentrando le indagini: dall'esame della scatola nera della vettura, come riporta Il Mattino, si è stabilito che il 26enne viaggiava a 150 chilometri all'ora, su una strada in cui il limite è di 80; l'impatto, inoltre, è avvenuto quando la vettura andava ancora a 130 all'ora, nonostante una frenata di 18 metri, che non è servita ad evitare lo scontro con i tre, impegnati ad effettuare rilievi in strada in seguito ad un precedente tamponamento.
Il pirata della strada forse inviava dei messaggi
Le indagini, condotte dalla Polizia Stradale di Nola e dalla Procura della Repubblica di Nola, si stanno concentrando anche sul cellulare del 26enne, sequestrato subito dopo l'incidente. Tra le 23 e le 23.07, infatti, sul telefonino del ragazzo risulta attiva un'app di messaggistica istantanea. Le indagini sono adesso volte a verificare se il 26enne stesse soltanto leggendo i messaggi o stesse partecipando attivamente a qualche conversazione; non è escluso che l'accusa di omicidio colposo, al termine di tutti gli accertamenti, possa mutare.