Carbonizzato a Ponticelli, i conti dell’imprenditore morto erano sotto di oltre 2 milioni
Forse non ce la faceva più a sopportare i troppi debiti accumulati dalla sua azienda e per questo si sarebbe ucciso. Oppure dietro alla morte dell'imprenditore Giuseppe Iorio, trovato carbonizzato venerdì a Ponticelli, potrebbe esserci una storia di usura. Un prestito chiesto per risanare i conto correnti in rosso di oltre due milioni di euro e che però non sarebbe più riuscito a ripagare. I carabinieri stanno indagando e per il momento non escludono neanche la pista dell'omicidio. Sarà l'autopsia a far luce sul caso di Iorio.
I militari stanno indagando sui conti della vittima, sulle telefonate e sulle sue frequentazioni. La sua famiglia però non ha dubbi sulla morte dell'imprenditore: "Siamo stati truffati e lui si è suicidato, ne siamo certi perché lui era troppo fragile. Si è sentito schiacciato dal peso della nostra azienda dopo il crollo finanziario avvenuto nel giro di pochi mesi. Eravamo a terra ma io gli dicevo di non mollare, ce l’avremmo fatta", ha detto Luigi, uno dei due fratelli, al Mattino. Per questo, proprio per i debiti crescenti della sua azienda ortofrutticola, Giuseppe Iorio si sarebbe cosparso di benzina e poi si sarebbe dato fuoco. "Mio fratello si è tolto la vita, ma il responsabile o i responsabili dovranno rispondere delle loro azioni. Si tratta di una grossa truffa ben architettata da un paio di soggetti", dice ancora il fratello.