Carte di credito “intercettate” e utilizzate nei casinò: arrestata una banda di 14 persone
Rubavano i dati e le identità dei titolari di carte di credito, grazie a software di nuova generazione, riuscendo così a sottrarre centina di migliaia di euro dai legittimi titolari. Un sistema molto articolato che faceva sì che la banda "intercettasse" le carte di credito prima che giungessero ai proprietari, che ignari di tutto si ritrovavano poi con i conti svuotati. Quattordici le misure cautelari eseguite questa mattina dai carabinieri: la banda operava da Napoli fino al nord Italia e perfino in Svizzera.
Quattordici persone indagate in tutta Italia: 10 in carcere
Dieci dei quattordici indagati sono finiti questa mattina in carcere, raggiunti dai militari dell'Arma su mandato del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli. Sono tutti cittadini italiani che devono rispondere ora di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed all'indebito utilizzo, previa attivazione con metodi fraudolenti, di carte di credito/debito di illecita provenienza. Alla vasta operazione di questa mattina hanno preso parte anche i carabinieri di Caserta, Bologna e Verbania, mentre durante l'indagine, denominata "Incognito", hanno collaborato anche le polizia di Svizzera e Slovenia.
Le indagini partite dopo una rapina postale in Piemonte
Le indagini sono iniziate nel marzo 2019, dopo l'arresto di un rapinatore che, arma in pugno, aveva colpito pochi mesi prima l'ufficio postale di Nonio, nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola. Durante la perquisizione di casa sua, avevano trovato una carta di credito regolarmente intestata ad una donna che, tuttavia, risultava essere del tutto estranea all'uomo. A quel punto, dai controlli successivi, era emerso che la carta di credito non solo non era mai giunta all'intestataria ed aveva una firma falsa, ma era stata usata in un casinò sloveno. Carta di credito che risultava rubata nel gennaio precedente assieme ad altre del medesimo lotto, e che tutte erano stato utilizzato presso casinò sloveni, negozi italiani e sportelli bancomat.
Il sistema scoperto dalla Procura di Napoli
Dalle indagini successive, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli, è emerso che il sistema fosse vasto e ben organizzato: si partiva dalla "semplice" sottrazione delle carte dai Centri Meccanizzati Postali di tutta Italia, per poi arrivare ad ottenere i dati degli intestatari in maniera particolarmente sofisticata. In quella che era la loro base operativa e che si trovava a Napoli, riuscivano a contattare banche, clienti, uffici per ottenere questi dati grazie a sofisticati metodi che permettevano, tra l'altro, di telefonare cambiando il numero del chiamante e facendo credere che l'interlocutore fosse davvero quello della banca o del cliente.
Bancomat, centri commerciali e casinò per incassare i soldi
Ottenuti i dati, partivano quindi le sottrazioni di somme: spesso anche di seimila euro per volta da singolo conto, di cui i clienti delle banche si accorgevano solo una volta ricevuto l'estratto conto, dopo il quale scattava la denuncia. I soldi venivano spesi tra Napoli, altre città d'Italia, ma anche in Svizzera e Slovenia: prelievi presso bancomat, centri commerciali, casinò esteri (con tanto di falsi documenti). In questi ultimi, spesso le giocate erano minime: con la carta di credito acquistavano fiches nel casino, poi dopo poche giocate andavano a cambiare le fiches stesse in denaro contante, che dunque risultava "pulito". Almeno 133 i casi accertati, da gennaio a maggio 2019, verso 122 ignari clienti in tutta Italia. Sequestrate nell'operazione anche 220 carte di credito e 7.450 euro in contanti.