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Cartelloni pubblicitari sessisti a Napoli, è polemica: “Rafforzano stereotipi di genere”

Polemica a Napoli per dei cartelloni pubblicitari sessisti. A Fanpage.it parla Cecilia Montella, psicologa clinica e operatrice della Sezione Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze del Centro di Ateneo della Federico II “SInAPSi”: “Trasmettono valori fortemente sessisti, genderisti, maschilisti e machisti, alimentando stereotipi di genere”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Uno dei cartelloni pubblicitari contestati apparsi nelle strade di Napoli.
Uno dei cartelloni pubblicitari contestati apparsi nelle strade di Napoli.

Una serie di cartelloni pubblicitari dal contenuto sessista sono apparsi in queste ore un po' in tutta Napoli, facendo infuriare diverse persone che, vedendoli, li hanno immortalati e diffusi in Rete, commentandoli anche in maniera piuttosto pesante. Si tratta di cartelloni di vario tipo, che immortalano rispettivamente un fondoschiena femminile in shorts con la scritta "Specialisti dei supporti rigidi", quindi una donna in minigonna e calze a rete di spalle, con un errore matematico e la scritta "Per fortuna la maestra è proprio buona", ed infine un braccio "allungato" che ricorda l'organo genitale maschile, con annessa scritta "Abbiamo allungato le vedute". Da via Petravalle al Centro Storico, da Fuorigrotta alla Zona Ospedaliera passando per Cavalleggeri, i cartelloni in questione sono stati segnalati un po' ovunque.

Cartelloni che non sono passati inosservati, e che hanno causato lo sdegno di molte persone, in massima parte donne ma anche molti uomini. Del resto, il tema di pubblicità troppo "spinte" e che sfociano nel sessismo è all'ordine del giorno. Cecilia Montella, psicologa clinica e operatrice della Sezione Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze del Centro di Ateneo della Federico II "SInAPSi", dopo aver visto i cartelloni pubblicitari in questione, ha spiegato a Fanpage.it: "Queste pubblicità trasmettono valori fortemente sessisti, genderisti, maschilisti e machisti. La donna è un oggetto ad uso e consumo del maschile: un fondo schiena a disposizione di "supporti rigidi" o una maestra, "b(u)ona", che premia la competenza maschile, "(bravo!)". L'uomo, invece, è rappresentato come forte, muscoloso, virile e capace: in un senso e nell'altro, questa pubblicità non fa altro che ricalcare stereotipi di genere fortemente ancora radicati nella nostra società. Il maschile (macho e maschio alfa) si trova in una posizione di potere rispetto alla donna, che invece è a sua disposizione, si offre e lo premia. Il rischio psico-sociale che deriva dal tramandare una cultura così fortemente binaria", ha proseguito la dottoressa Montella a Fanpage.it, "è quello di rinforzare sempre maggiormente i pregiudizi connessi ai ruoli di genere e gli atti di discriminazione e violenze nei confronti delle donne. Chi pensa che sia solo una pubblicità dovrebbe riflettere su come la cultura ed i pensieri rappresentino le basi delle future azioni, ed è per questo che un lavoro psico-educativo volto alla prevenzione ed alla sensibilizzazione risulta fondamentale per prevenire e contrastare le discriminazioni e lo stigma di genere".

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