Casal di Principe, il ristorante anticamorra Nco chiuderà a gennaio: mancano i fondi
Pochi giorni ancora e poi quelle porte non si apriranno più: il ristorante anticamorra Nco, Nuova Cucina Organizzata, chiuderà per sempre. L'ultimo giorno sarà il 6 gennaio, per l'Epifania, ma dal 7 gennaio 2020 si fermerà tutto, insieme alle altre attività della cooperativa Agropoli, che gestisce il locale di Casal di Principe (Caserta). Il motivo dello stop, fanno sapere da Nco, è l'assenza di fondi per tirare avanti: non possono accedere alle anticipazioni economiche previste dal decreto della Giunta regionale della Campania numero 282 del 2016 solo "per le prestazioni sociosanitarie erogate dai centri accreditati, le grosse strutture", e che non possono essere usati dalle "cooperative che gestiscono i budget di salute e, attraverso questo sistema, utilizzano beni confiscati alla criminalità in provincia di Caserta".
Il ristorante, infatti, che riprende l'acronimo della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e ne stravolge il senso, è una delle attività della cooperativa sociale Agropoli, nata per l'insediamento lavorativo e la vendita dei prodotti provenienti da terreni confiscati alla criminalità organizzata e si trova in un bene confiscato.
Gli attivisti della Nco parlano di "due pesi e due misure con risultati pessimi e allarmanti" e, in una nota, spiegano che la decisione di chiudere si è resa necessaria per "il mancato pagamento delle fatture degli ultimi due anni, a cui si aggiunge il secondo semestre 2012, sempre frutto dell'ennesimo rimpallo Comuni – Regione – Asl". Tutto questo, spiegano, "evidenzia un quadro politico ed amministrativo apocalittico da cui si evince, in modo inequivocabile, che nessuno degli attori istituzionali coinvolti ha la reale intenzione di risolvere la questione, ma anzi si sta conducendo questo sistema al suicidio".
"Per anni ci hanno etichettato come territorio omertoso e poco coraggioso – concludono gli attivisti – ma tutto quanto sta accadendo testimonia che il coraggio non è affatto mancato e chi invece è venuto meno è proprio lo Stato. E per non rendere vano questo nostro sacrificio ci appelliamo al Presidente della Repubblica perché chi ha le dovute responsabilità almeno possa pagare".