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Casalesi, il killer Giuseppe Setola ci ripensa: “Non sono più pentito”

Il capo dell’ala stragista dei Casalesi ritira la sua “disponibilità” a parlare dei segreti del clan. Sul pentimento gli inquirenti avevano da subito manifestato grande cautela e scetticismo.
A cura di Redazione Napoli
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Giuseppe Setola, capo dell'ala stragista del clan dei Casalesi non è più collaboratore di giustizia. A dare notizia del clamoroso dietrofront è stato lo stesso boss, nel corso di un'udienza del processo sugli omicidi Pecchia e Orabona, in corso davanti la Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). "‘O cecato", chiamato così per la finta menomazione che gli aveva fatto guadagnare la libertà, aveva manifestato da qualche tempo la sua volontà di collaborare con la giustizia, ma più volte i magistrati della Direzione distrttuale antimafia di Napoli, in linea col procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, avevano manifestato cautela e scetticismo al riguardo. Oggi lo spietato killer, ritenuto responsabile della strage di Castelvolturno (7 morti) collegato in videoconferenza con l'aula, ha manifestato l'intenzione di non collaborare più.

Con le sue dichiarazioni, Setola ha quindi rinunciato a comparire per l'omicidio Noviello, creando problemi per il proseguo dell'udienza. "Balletto" di avvocati: in quella precedente il boss del clan camorristico dei Casalesi aveva revocato l'incarico a Rachele Merola nominando Alessandro Diana che a sua volta ha dichiarato di non voler difendere Setola in questo processo. Il mese scorso il boss aveva manifestato l’intenzione di nominare come sua legale Lucia Annibali, l’avvocatessa di Pesaro che nell’aprile del 2013 fu aggredita da due sicari ingaggiati dal suo ex che la sfregiarono con l’acido. La donna ha però rifiutato “per motivi di salute”.

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