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Casalnuovo, raid nell’associazione “Feliciello” vittima innocente di camorra

Rubati computer, televisione e tutto il materiale didattico usato dai bambini che frequentano il doposcuola. Il fratello di Pasquale Feliciello a cui è intitolata la sede di via Napoli dove si svolgono attività ricreative e di inclusione sociale: “Non abbiamo alcun tipo di sostegno istituzionale, ci sentiamo insicuri. Forse diamo fastidio a Casalnuovo, città in cui di recente la criminalità organizzata sta lanciando chiari messaggi di controllo del territorio. Ma noi non arretreremo di un passo”.
A cura di Claudia Procentese
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«Stamattina alle 9, come ogni giorno, mia nipote ha aperto la sede e si è trovata dinanzi la brutta sorpresa». È amareggiato Giovanni Feliciello nel dare la notizia del raid avvenuto questa notte a Casalnuovo dentro i locali dell’associazione intitolata a suo padre Pasquale, vittima innocente di camorra. Rubati computer, televisione e tutto il materiale didattico usato dai bambini che frequentano il doposcuola in via Napoli 12. «Non hanno risparmiato nulla, nemmeno penne e quaderni – racconta Giovanni -. Abbiamo trovato tutto a soqquadro, i ladri sono entrati forzando la porta posteriore. Proprio nel giorno del compleanno di papà».

Pasquale Feliciello, 50 anni, padre di nove figli, già orfani di madre, impiegato presso la Asl di Napoli, viene ucciso il 5 maggio 1990, appena uscito da un circolo ricreativo di Casalnuovo. Due killer, a bordo di una motocicletta, gli sparano addosso diversi colpi d’arma da fuoco, dopo averlo scambiato per un camorrista. La vittima, infatti, si trova accanto ad un pregiudicato, vero obiettivo dei sicari, che in un primo momento riesce a fuggire, ma poi viene rincorso e freddato anche lui. In seguito uno degli esecutori materiali del duplice omicidio confesserà di aver sentito il suo complice dire dopo aver ucciso Feliciello: “Non è questa la persona. È quella che sta scappando”. «La nostra associazione – spiega Giovanni -, nel tenere vivo il ricordo di mio padre, si occupa dei minori disagiati aiutandoli nelle loro attività quotidiane, tenendoli lontani dalla strada. Ma facciamo anche assistenza fiscale, organizziamo corsi di teatro, laboratori di decoupage per anziani, campi estivi per bambini. Siamo tutti volontari, per la maggior parte familiari, senza alcun aiuto istituzionale, né soldi né sostegno morale. Riusciamo a pagare i 400 euro di affitto della sede perché siamo nove fratelli e ci dividiamo le spese».

Crescono i timori dopo il raid di stanotte. «Forse a Casalnuovo diamo fastidio – dice Giovanni -, dove di recente la criminalità organizzata sta lanciando chiari messaggi di controllo del territorio. Non ultimi gli incendi ai negozi. Non dimentichiamo che Casalnuovo è stretta tra Acerra ed Afragola, zone “calde” in cui i vertici decapitati dei sodalizi criminali e i conseguenti vuoti di potere hanno dato spazio a nuove leve, giovani e agguerrite. Ma noi non arretreremo di un passo».

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