Caserta, costretta a prostituirsi, salvata da un carabiniere che parla rumeno
Adescata sui social, convinta a venire in Italia insieme alla bimba piccola con la promessa di lavorare. E poi sequestrata in una casa e ricattata: per riottenere la libertà avrebbe dovuto prostituirsi o pagare mille euro. La donna, una giovane rumena, è stata salvata con una operazione dei carabinieri, che grazie a un militare che parla il rumeno sono riusciti a individuare l'appartamento dove era tenuta segregata con la figlia e ad arrestare i tre carcerieri: in manette due uomini e una donna, connazionali della vittima.
L'incubo per la ragazza è cominciato quando ha conosciuto sui social network un altro rumeno. Lei in Romania, lui già in Italia. I due avevano proseguito quella frequentazione virtuale fin quando l'uomo, fingendosi innamorato di lei, non è riuscita a convincerla a trasferirsi e a raggiungerlo. Quando però la vittima era arrivata a Napoli, insieme alla figlia di 10 anni, era scattata la trappola. Ad attenderla all'aeroporto di Capodichino aveva trovato quell'uomo e altre due persone, anche loro rumene. L'avevano portata a Villa Literno, in provincia di Caserta, e l'avevano rinchiusa in un appartamento. Per uscire di lì avrebbe dovuto pagare: o mille euro in contanti, o prostituendosi e dando a loro i guadagni.
La donna è però riuscita a contattare i parenti rimasti in Romania che, tramite ambasciata, hanno informato i carabinieri. A quel punto i militari sono riusciti a parlare con la vittima, ma c'era il problema della lingua. Per fortuna uno dei carabinieri era in grado di comprendere e parlare il rumeno e si è fatto raccontare cosa si vedeva dalla finestra. Le ricerche sono durate una giornata interna, strada dopo strada, fino a quando i militari non hanno individuato il posto e, di conseguenza, l'appartamento.