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Caserta, denuncia la donna che la costringe a prostituirsi, minorenne minacciata col voodoo

Una 45enne nigeriana, sotto processo a Caserta per sfruttamento della prostituzione minorile, aveva chiesto alla madre di minacciare i parenti della ragazzina che l’aveva denunciata: lei aveva detto che li avrebbe fatti morire con un rito voodoo. La donna, sottoposta ai domiciliari, è stata trasferita in carcere insieme alla figlia neonata.
A cura di Nico Falco
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Voleva vendicarsi della ragazzina che l'aveva denunciata e fatta finire in Tribunale, e così aveva chiesto alla madre di portare un messaggio alla famiglia di lei: gliel'avrebbero fatta pagare, anche con la magia nera. Con un rito voodoo, che lei stessa avrebbe officiato per causare la morte di tutti quelli che avevano "fatto del male" alla figlia, facendola finire in manette. La storia, che appare surreale, arriva da Caserta e riguarda una donna arrestata per sfruttamento della prostituzione e la giovanissima vittima, una connazionale minorenne che finalmente aveva deciso di denunciare.

Le minacce sono arrivate durante il processo, che è ancora in corso. La donna, Beverlyn Oduware, detta Juliet, nigeriana di 45 anni e da tempo residente in Italia, era stata sottoposta a fermo di indiziato di delitto nel febbraio 2019, accusata di riduzione e mantenimento in schiavitù nei confronti di una minorenne e di averla costretta a prostituirsi; con lei era stato fermato anche un uomo, ritenuto responsabile di sfruttamento della prostituzione minorile. La Oduware un mese dopo, il 5 marzo 2019, era stata sottoposta agli arresti domiciliari. Durante la detenzione in casa, però, aveva contattato la madre, che vive ancora in Nigeria, chiedendole di andare a minacciare la famiglia della ragazzina.

E la donna, hanno appurato gli investigatori della Squadra Mobile di Caserta, lo aveva fatto. Lo scorso 29 aprile, subito dopo l'udienza in cui era coinvolta la 45enne, la madre si era presentata in casa dei parenti della ragazzina e li aveva minacciati di morte, dicendo anche che li avrebbe fatti morire con un rito voodoo per punirli del male che era stato fatto a sua figlia.

Per questo motivo, e per altre violazioni, la Corte d'Assise presso cui è in corso il processo ha ritenuto non più adeguata la detenzione ai domiciliari e ha aggravato la misura in custodia in carcere; l'ordinanza, emessa dalla 1^ Sezione Penale su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, è stata eseguita ieri, 20 maggio, dagli agenti della Mobile di Caserta; la 45enne è stata condotta nel carcere di Avellino insieme alla figlia neonata.

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