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Caso Consip, perquisizioni negli uffici del Palazzo di Giustizia di Napoli

I carabinieri hanno fatto irruzione al Tribunale di Napoli per acquisire atti in merito all’inchiesta che ha coinvolto la Consip e l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Nella vicenda, infatti, sarebbe implicato anche Emanuele Caldarera, funzionario del Ministero della Giustizia.
A cura di Valerio Papadia
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Proseguono le indagini sulla corruzione e gli appalti truccati che ha coinvolto la Consip, società controllata dal Ministero dell'Economia, che lo scorso primo marzo ha portato all'arresto dell'imprenditore napoletano Alfredo Romeo. I carabinieri, questa mattina, sono entrati negli uffici del Palazzo di Giustizia di Napoli per effettuare alcune perquisizioni volte all'acquisizione di atti. Le perquisizioni si sono svolte in particolare nell'ufficio di Emanuele Caldarera, funzionario del Ministero della Giustizia, per il quale i pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano ipotizzano il reato di corruzione in concorso proprio con Romeo.

Caldarera, dal 18 ottobre del 2016, come rende noto lo stesso Ministero, è direttore generale per la gestione e manutenzione degli uffici giudiziari del Tribunale di Napoli. La ditta incaricata della pulizia dei suddetti uffici era quella di Alfredo Romeo. Nell'indagine sulla Consip sono indagati anche il generale dell'Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette, il comandante della Legione Toscana Emanuele Saltalamacchia, il Ministro per lo Sport Luca Liotti, Tiziano Renzi, padre dell'ex Premier Matteo e l'ex deputato campano Italo Bocchino.

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