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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Caso Cucchi, De Magistris: “Ucciso da chi doveva difenderlo, finalmente giustizia”

Luigi De Magistris interviene sulla condanna dei carabinieri per la morte di Stefano Cucchi: “Ucciso da chi doveva difenderlo, ma dopo dieci anni finalmente giustizia in primo grado”. Il sindaco di Napoli ha anche inviato un abbraccio ad Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, grazie alla quale “alla fine anche in un’aula di Tribunale, la verità sta trionfando”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Luigi De Magistris, sindaco di Napoli.
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli.
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La sentenza di condanna per i due carabinieri imputati nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi è stata accolta con soddisfazione anche da Luigi De Magistris. Il sindaco di Napoli, infatti, una volta che la sentenza di condanna dei due militari dell'arma è stata resa pubblica, ha espresso il proprio parere sulla vicenda: "Oggi lo Stato ha fatto giustizia in primo grado, dopo più di dieci anni di depistaggi. Stefano Cucchi è stato ucciso da chi doveva difenderlo". De Magistris ha anche inviato un abbraccio "che non può che andare a Ilaria Cucchi", grazie alla quale "alla fine anche in un'aula di Tribunale, la verità sta trionfando".

La sentenza di condanna era arrivata nel tardo pomeriggio di oggi: ad essere condannati erano stati i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, ritenuti colpevoli di omicidio preterintenzionale (12 anni). Assolto Francesco Tedesco, che però è stato condannato a due anni e sei mesi per falso. Gli altri due carabinieri dei cinque a processo sono Roberto Mandolini, condannato a tre anni e otto mesi, e Vincenzo Nicolardi, prosciolto da ogni accusa. Poche ore prima si era concluso anche il processo ai medici dell'ospedale Sandro Pertini di Roma, imputati invece nel processo ter per la morte di Stefano Cucchi: la vicenda si è conclusa con una assoluzione di Stefania Corbi "per non aver commesso il fatto" e con l'avvenuta prescrizione per Aldo Fierro, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo, gli altri medici coinvolti.

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