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Caso Ruben, l’ira del prefetto per la notizia della proroga

È stato annullato ieri l’atto di trascrizione di nascita del piccolo Ruben, bimbo nato da una coppia di donne italiane in Spagna e trascritto dagli uffici anagrafe del Comune partenopeo. Ieri la decisione del prefetto Gerarda Pantalone, preceduta dalla infondata notizia di una proroga di 5 giorni.
A cura di An. Mar.
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È definitiva la decisione dell'annullamento della trascrizione di nascita del piccolo Ruben, il bimbo nato da una coppia di donne italiane in Spagna lo scorso settembre e trascritto dagli uffici anagrafe del Comune partenopeo. Lo ha deciso il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone nella giornata del 7 novembre la scadenza concessa al Comune di Napoli per annullare parzialmente l'atto. Le prime notizie circolanti sulla decisione del prefetto che parlavano di una proroga di cinque giorni – come riporta il quotidiano il Mattino – sarebbero state suggerite alla stampa  da figure di Palazzo San Giacomo per "esercitare" una pressione sul prefetto. Dopo le 18, tuttavia la Prefettura ha diffuso la notizia dell'annullamento parziale smentendo le prime voci. La decisione comporta la cancellazione del nome della "seconda mamma" riportato nella sezione del documento dove generalmente è indicato il nome del padre.

Sulla vicenda De Magistris, che aveva annunciato ricorso in caso di annullamento della trascrizione, ha commentato: "Non sfugge che la decisione del prefetto è su indicazione del ministro dell'Interno, una decisione istituzionale e politica – ha detto il sindaco di Napoli al Mattino – Il nostro atto non era poi così infondato visto che si parla di annullamento parziale e non si ritira il passaporto". Intanto la decisione ha suscitato le proteste dei movimenti e delle associazioni Lgbt. Arcigay Napoli ha già annunciato una mobilitazione sulla decisione definita "crudele e disumana".

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